Il progetto del Ponte sullo Stretto entra nella fase più concreta con la definizione e la localizzazione dei cantieri e delle aree di supporto. In Sicilia e Calabria si prepara una vera e propria “città dei lavori” che accompagnerà il cantiere principale per tutta la durata dell’opera.
Sul versante siciliano, otto cantieri operativi costelleranno la costa: da Ganzirri a Faro Superiore, Curcuraci, Pace, Annunziata), Contesse, Villafranca e Saponara, con un posto di manutenzione a supporto (SIPM). Accanto a questi, cinque cantieri logistici – tra cui Magnolia, Contesse e Annunziata – fungeranno da basi per la gestione dei materiali e delle maestranze.
L’infrastruttura richiederà anche pontili dedicati per il trasporto via mare e aree di deposito e recupero ambientale, localizzate in punti strategici come Venetico, Torregrotta e Valdina. In parallelo, sono previste aree collegate alla metropolitana di Messina (Papardo, Annunziata, Europa) per garantire connessioni integrate durante i lavori.
Sul fronte calabrese, i lavori saranno coordinati dal cantiere operativo di Cannitello, affiancato da basi logistiche come Santa Trada e aree di stoccaggio e recupero ambientale a Limbadi, Terranova Sappo, Varapodio e Seminara. Anche qui non mancheranno pontili e siti per la produzione di inerti, indispensabili per alimentare la filiera del cantiere.
Complessivamente, la mappatura dei cantieri e delle aree di servizio restituisce l’immagine di un intervento di portata eccezionale, che non si limita al solo ponte, ma coinvolge un’ampia rete di opere temporanee e permanenti. Secondo il cronoprogramma aggiornato, i cantieri dovrebbero insediarsi nel nuovo anno.
Al momento, però, tutto è in attesa della bollinatura della Corte dei conti: senza questo passaggio, l’intero avvio rischia di bloccarsi, nonostante il via libera definitivo arrivato pochi giorni fa dal Cipess. A pesare sul quadro ci sono anche i ricorsi presentati dal Comune di Villa San Giovanni, dal Comune di Reggio Calabria, da associazioni ambientaliste e da numerosi cittadini, che contestano diversi aspetti del progetto.
L’attesa per questa ultima formalità segna un punto cruciale nella realizzazione dell’opera simbolo del collegamento stabile tra Sicilia e Calabria. Senza dimenticare il peso umano e sociale degli espropri, che per molti residenti rappresentano una fonte di forte patema d’animo e incertezza sul futuro.