Cassazione: Cade l’ipotesi dei legami tra Berlusconi, Dell’Utri e Cosa Nostra

La Suprema Corte respinge il ricorso della procura generale di Palermo: nessuna prova di riciclaggio o di pagamenti per il silenzio di Dell’Utri. “Solo un rapporto di amicizia e riconoscenza con Berlusconi”
dell'utri e silvio berlusconi

Marcello Dell’Utri non sarà sottoposto alla sorveglianza speciale, né alla confisca dei beni. La Corte di Cassazione ha confermato il verdetto della Corte d’appello di Palermo, rigettando il ricorso della procura generale e sancendo che non esiste alcuna prova concreta di legami economici tra Silvio Berlusconi, il gruppo Fininvest e Cosa Nostra. Una decisione che chiude definitivamente uno dei capitoli più controversi delle indagini sui rapporti tra politica, impresa e criminalità organizzata.

Secondo i giudici, non è mai emersa alcuna evidenza che colleghi le attività imprenditoriali di Fininvest a operazioni di riciclaggio o finanziamenti occulti provenienti da ambienti mafiosi, né nella fase di avvio dell’impero economico né negli anni successivi.

Respinta anche la ricostruzione accusatoria secondo cui Berlusconi avrebbe versato denaro a Dell’Utri per garantirne il silenzio su presunti accordi con Cosa Nostra. La Suprema Corte ha definito tale ipotesi “illogica e non dimostrata”, sottolineando invece il legame personale che univa i due uomini, basato — come si legge anche nei testamenti di Berlusconi — su un profondo rapporto di amicizia e riconoscenza.

La decisione coinvolge anche i familiari di Dell’Utri, per i quali erano state richieste le stesse misure di prevenzione. Anche in questo caso, la Cassazione ha respinto ogni provvedimento, mettendo la parola fine a un procedimento che per anni ha tenuto viva l’ombra dei rapporti tra Berlusconi, Dell’Utri e la mafia siciliana.

News

Consulta gli argomenti trattati

salute e Benessere