Carlotta muore a 12 anni: attesa di due ore per l’ambulanza. La Procura indaga

Malore improvviso alle giostre, trasferita da Soverato a Catanzaro con grave ritardo. I genitori: «Abbiamo chiesto un mezzo privato e segnalato un’ambulanza disponibile, ma non ci hanno ascoltati. Vogliamo verità e giustizia»

Catanzaro – È una tragedia che scuote la Calabria quella che ha colpito la famiglia di Carlotta, una bambina di appena 12 anni deceduta dopo un’attesa di oltre due ore per un’ambulanza. La piccola, residente nel Catanzarese, si è sentita male domenica scorsa mentre si trovava alle giostre con la famiglia ad Amaroni, un piccolo comune del Soveratese. Un dolore improvviso alla schiena, difficoltà respiratorie, poi la perdita della sensibilità alle gambe: sintomi che hanno subito allarmato i genitori.

Carlotta è stata trasportata d’urgenza all’ospedale di Soverato, dove è stata immediatamente sottoposta a una TAC, risultata negativa. Nonostante l’esito, i medici del pronto soccorso hanno disposto il trasferimento all’ospedale Pugliese-Ciaccio di Catanzaro, per esami neurologici più approfonditi. È a questo punto che inizia una tragica attesa: l’ambulanza, richiesta con urgenza, è arrivata solo dopo oltre due ore.

Durante questo intervallo cruciale, secondo quanto riferito dai genitori, è stata offerta la possibilità di un trasporto privato o l’utilizzo di un’altra ambulanza del 118, disponibile e libera nelle vicinanze, ma i sanitari avrebbero insistito per aspettare il mezzo di soccorso già allertato, ritenuto più adeguato dal punto di vista dell’assistenza medica.

Quando finalmente l’ambulanza è arrivata e Carlotta è giunta all’ospedale di Catanzaro, le sue condizioni si sono rapidamente aggravate. Ha perso conoscenza pochi minuti dopo l’arrivo in pronto soccorso e, nonostante i tentativi di rianimazione, è deceduta nel reparto di emergenza.

La denuncia dei genitori: “Una morte che si poteva evitare”

I genitori, distrutti dal dolore, hanno sporto denuncia presso le autorità competenti, chiedendo che venga fatta piena luce sulle decisioni prese dai sanitari e soprattutto sulle tempistiche del trasferimento.

«Carlotta aveva bisogno di aiuto immediato. Noi avevamo chiesto di poterla trasferire noi stessi, o con un’ambulanza vicina. Ma ci è stato detto di aspettare. Due ore per un’ambulanza, mentre nostra figlia soffriva e peggiorava di minuto in minuto. Ora chiediamo solo verità e giustizia», ha dichiarato il padre della bambina con voce spezzata.

Aperta un’inchiesta per omicidio colposo

La Procura di Catanzaro ha aperto un fascicolo per omicidio colposo, al momento contro ignoti, per accertare eventuali responsabilità nelle fasi della gestione dell’emergenza. È stata disposta l’autopsia, che verrà eseguita nei prossimi giorni, per chiarire le cause del decesso e verificare se vi siano stati ritardi o omissioni determinanti.

Gli inquirenti stanno acquisendo le registrazioni delle chiamate al 118i referti medicii documenti relativi ai trasporti sanitari, e stanno ascoltando il personale coinvolto nel primo soccorso, a Soverato e a Catanzaro.

Le reazioni: “Un sistema che va rivisto”

La tragedia di Carlotta riaccende le polemiche sulle criticità del sistema sanitario calabrese, già da anni al centro di denunce e inchieste. «Non possiamo accettare che nel 2025 si muoia aspettando un’ambulanza», ha commentato un consigliere regionale. Anche alcune associazioni per i diritti dei pazienti si sono mobilitate, chiedendo verifiche su procedure e protocolli per i trasferimenti pediatrici in urgenza.

Una comunità in lutto

Nel piccolo paese di Amaroni e a Soverato, la notizia della morte della bambina ha gettato nello sconforto l’intera comunità. La scuola frequentata da Carlotta ha annullato tutte le attività ricreative previste e ha avviato un servizio di supporto psicologico per compagni e insegnanti.

«Era una bambina solare, amata da tutti. Una tragedia che non doveva accadere», ha detto il preside dell’istituto.

Mentre si attende l’esito dell’autopsia e dell’inchiesta, resta il dolore lacerante di una famiglia spezzata. E l’urgenza di risposte.

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