Ponte sullo Stretto, le associazioni ambientaliste si appellano alla Corte dei Conti: “Carenze gravi e violazioni di legge”

ponte sullo stretto di messina

Greenpeace, Legambiente, Lipu e WWF hanno depositato una corposa memoria alla Corte dei Conti in merito alla delibera CIPESS che dà il via libera alla realizzazione del Ponte sullo Stretto di Messina. La Corte è infatti chiamata a esercitare il controllo preventivo di legittimità prima della pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, fase che renderebbe la delibera pienamente efficace. Un passaggio che non riguarda solo gli aspetti economico-finanziari, ma anche la correttezza normativa su cui si fonda l’intero provvedimento.

Secondo le associazioni, la delibera è stata approvata nonostante persistano “gravi elementi di indeterminazione”, come il mancato completamento di test di tenuta considerati essenziali e l’assenza di fondamentali approfondimenti sismici. La memoria punta il dito anche contro la normativa speciale introdotta dal Governo e approvata dal Parlamento per sbloccare l’opera, che presenta – sostengono – profili di incostituzionalità già oggetto di ricorsi davanti al Tar.

Gli ambientalisti contestano inoltre i pareri della Commissione VIA-VAS, ritenuti viziati sia sul piano della Valutazione di impatto ambientale (VIA) sia su quello della Valutazione di incidenza (VIncA). Tali criticità, spiegano, si tradurrebbero in violazioni delle direttive europee e del principio di precauzione previsto dal Trattato dell’Unione. Particolare rilievo viene dato agli impatti sui siti Natura 2000: a giudizio delle associazioni, i “motivi imperativi di rilevante interesse pubblico” addotti dal Governo per giustificare il progetto – come la presunta funzione militare del Ponte – sarebbero stati evocati solo per aggirare l’esame comunitario e includere l’opera tra le spese di difesa.

Sul fronte giuridico, la memoria segnala anche l’assegnazione dell’opera senza gara internazionale, resa possibile da un’interpretazione normativa che, ricordano gli ambientalisti, è stata messa in dubbio perfino dall’ANAC.

Accanto alle questioni legali, viene sollevato il nodo dei costi. Greenpeace, Legambiente, Lipu e WWF contestano le stime presentate dal Governo, definite “miracolistiche” nei calcoli sui flussi di traffico, sull’incremento del PIL e sul reddito pro-capite. Al contrario, il progetto – avvertono – rischia di gravare ulteriormente sulle casse pubbliche per via di diverse incognite: incertezze progettuali, tempi di cantiere non contabilizzati, costi operativi del Ponte, prescrizioni ambientali ancora da ottemperare e ulteriori autorizzazioni pendenti, come quelle legate alle captazioni idriche.

Per queste ragioni le associazioni ribadiscono che il progetto presenta ancora “gravi carenze e violazioni reiterate delle normative”, auspicando che la Corte dei Conti accolga le loro osservazioni e ne tragga le dovute conseguenze prima di rendere definitiva l’approvazione del Ponte sullo Stretto.

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