Villa San Giovanni – Il diritto alla mobilità non è un privilegio, ma una condizione essenziale di cittadinanza. È partendo da questo principio che l’Amministrazione comunale di Villa ha deciso di mettere mano con determinazione al PEBA – Piano per l’Eliminazione delle Barriere Architettoniche – integrandolo nella revisione in corso degli strumenti urbanistici.
Il PEBA, infatti, non si limita a sanare singole criticità, ma si propone come una strategia strutturale per rendere la città accessibile, accogliente e vivibile per tutte e tutti, con una particolare attenzione alle persone con disabilità, agli anziani e a chiunque, anche temporaneamente, si trovi in una condizione di fragilità motoria o sensoriale.
Accessibilità come diritto, non come concessione
A guidare l’elaborazione del piano è stata una visione chiara: non un semplice elenco di interventi tampone, ma un vero cambiamento di paradigma. L’obiettivo è quello di prevenire, oltre che correggere, l’insorgenza di nuove barriere negli spazi pubblici e privati. In questa direzione, la scelta dell’Amministrazione è stata quella di affidarsi a un approccio integrato, coinvolgendo un tecnico incaricato per la redazione del PEBA e definendo un campione rappresentativo di immobili e aree pubbliche per effettuare un rilievo preliminare sullo stato dell’accessibilità urbana.
Una città mappata zona per zona
L’analisi ha coinvolto scuole, sedi comunali, impianti sportivi, cimiteri, piazze e parchi, con una valutazione qualitativa dell’accessibilità in base a criteri standardizzati. I risultati sono stati codificati in tre livelli: accessibilità scarsa (rosso), media (giallo) e buona (verde). Le aree prese in esame sono state suddivise in quattro macro-zone: centro cittadino, Cannitello, Acciarello e Lungomare.
Nel centro urbano, dove si concentra la maggior parte dei servizi e degli spazi pubblici, la situazione è particolarmente critica. Marciapiedi stretti, manto stradale degradato, rampe mancanti o mal posizionate, assenza di percorsi tattili per non vedenti e parcheggi riservati insufficienti disegnano un quadro di generale inadeguatezza. A ciò si aggiungono problemi interni agli edifici pubblici, come l’assenza di bagni a norma e l’accesso ostacolato da dislivelli o rampe fuori norma.

Anche Cannitello, seppur con un traffico più ridotto, soffre delle stesse criticità, aggravate da una viabilità complessa per via della pendenza delle strade e dell’assenza di spazi per parcheggi dedicati. Gli edifici della zona spesso presentano passaggi stretti e barriere interne che ostacolano la fruizione autonoma degli ambienti.
Situazione simile anche per Acciarello, che pur trovandosi in una zona periferica risente fortemente della carente accessibilità veicolare e pedonale, con percorsi disagevoli e strutture non attrezzate.
Diversa, ma non risolta, la condizione del Lungomare: l’area centrale è stata oggetto di riqualificazione e presenta alcuni miglioramenti — come la posa di percorsi tattili e rampe — ma permangono problemi evidenti nella distribuzione dei parcheggi e nella continuità dei percorsi accessibili.
Un impegno che guarda lontano
“Questo piano non è un atto tecnico, ma una scelta politica che riguarda la qualità della vita delle persone”, ha dichiarato l’Amministrazione comunale. “Con il PEBA vogliamo costruire una città più giusta e più accogliente, in cui nessuno venga lasciato indietro”.
Il lavoro fin qui svolto rappresenta solo il primo passo. Dopo la fase di ricognizione e mappatura, il PEBA entrerà nel vivo con la programmazione degli interventi prioritari, l’integrazione nelle politiche di pianificazione e la definizione di un cronoprogramma operativo. Un percorso che si preannuncia impegnativo, ma che la città intende percorrere con decisione e trasparenza.