Il dibattito sui costi del futuro Ponte sullo Stretto di Messina si riaccende dopo la recente approvazione da parte del Cipess del progetto definitivo. In una nota ufficiale, la società Stretto di Messina S.p.A. comunica – riguardo il pedaggio – che la tariffa base per le autovetture sarà “inferiore a 10 euro”, al netto dell’adeguamento all’inflazione, e che saranno previste “riduzioni significative per i viaggi frequenti”. Una dichiarazione che promette una rivoluzione nella mobilità tra Sicilia e Calabria, ma che contrasta apertamente con le stime precedenti fornite dalla stessa società.
In un’analisi costi-benefici diffusa nei mesi scorsi, infatti, il pedaggio per le automobili veniva stimato tra i 32 e i 36 euro, ritenuto “quasi in linea con le attuali tariffe dei traghetti”. Per le motociclette si ipotizzava una cifra intorno ai 28-30 euro, con uno sconto del 10% rispetto alle auto, mentre per i camion si prevedevano tariffe variabili in base a lunghezza e peso del mezzo, sul modello delle attuali prassi traghettuali.
Questi dati trovavano una certa coerenza con il listino aggiornato di Caronte & Tourist, la compagnia di navigazione leader nello Stretto, che nel 2025 ha introdotto un incremento tariffario del 3,5% dovuto all’inflazione e all’aumento dei costi operativi (+15,6% dal 2019). La società ha inoltre annunciato un listino scontato per le traversate notturne, in un tentativo di contenere i costi per l’utenza.
Eppure, alla luce del nuovo comunicato, la narrazione cambia radicalmente. “Il sistema di finanziamento dell’opera – si legge nella nota della Stretto di Messina – ha consentito di sviluppare un’ipotesi di piano tariffario sensibilmente inferiore agli attuali costi di attraversamento, pur garantendo la copertura integrale dei costi operativi e degli investimenti in manutenzione straordinaria.”
Un’affermazione che apre a due letture: da un lato, la possibilità che le proiezioni precedenti fossero volutamente conservative; dall’altro, il sospetto che il messaggio attuale abbia una finalità più politica che economica, legata alla necessità di rafforzare il consenso attorno all’opera.
La “puntuale definizione delle tariffe” – specifica la società – arriverà solo in prossimità dell’apertura al traffico del ponte, lasciando così un ampio margine di incertezza. Nel frattempo, rimangono aperti interrogativi sostanziali: come sarà possibile applicare tariffe sotto i 10 euro quando i traghetti costano più del triplo, e al contempo garantire la sostenibilità economica dell’opera?
Sul piano tecnico, infatti, è noto che il modello di concessione prevede che i costi operativi, le manutenzioni straordinarie e gli ammortamenti siano coperti proprio dalle entrate da pedaggio. Un equilibrio difficile da raggiungere se le tariffe dovessero davvero essere a 10 euro – solo andata – per le auto, come dichiarato.
In attesa di dati ufficiali e piani tariffari definitivi e certi, resta la sensazione che il costo del pedaggio sarà uno degli elementi chiave nel giudizio pubblico sull’opera. Se da un lato il ponte promette velocità e comodità, dall’altro il confronto con i costi dei traghetti – e le promesse contraddittorie – rischia di alimentare ulteriori polemiche su una delle infrastrutture più controverse d’Italia.