Ponte sullo Stretto: politica divisa tra promesse di sviluppo e accuse di spreco

Il dibattito politico si infiamma: la maggioranza celebra l’opera come simbolo di rilancio del Sud, mentre le opposizioni e gli ambientalisti la denunciano come un disastro annunciato. Proteste a Messina durante la visita di Salvini
matteo salvini e giorgia meloni

Il Ponte sullo Stretto di Messina torna al centro del dibattito nazionale, e ancora una volta divide l’Italia. Mentre il Governo esulta per il via libera da parte del CIPESS sul progetto definitivo – un passaggio che considera strategico – le opposizioni alzano le barricate. E sullo stretto, monta la rabbia di cittadini e ambientalisti.

Una frattura politica netta
Per la maggioranza, si tratta di una svolta epocale. Il presidente del Consiglio regionale calabrese Filippo Mancuso (Lega) parla di “un progetto articolato, capace di attrarre investimenti e rilanciare il Sud nel cuore del Mediterraneo”. Sulla stessa linea il vicepremier Antonio Tajani (Forza Italia), che dedica la giornata all’ex premier Berlusconi e definisce il ponte “una struttura che collega l’Italia all’Europa, sia simbolicamente che infrastrutturalmente”.

Entusiasta anche Fratelli d’Italia con l’eurodeputato Denis Nesci: “Un’opera d’avanguardia, segno di un Paese che torna a credere nelle proprie capacità”.

Opposizioni all’attacco
Ben diverso il tono del Partito Democratico. Nicola Irto, capogruppo in Consiglio regionale, parla senza mezzi termini di “un’opera inutile che sottrae risorse al potenziamento della rete ferroviaria e penalizza il Sud”.

Duro anche il Movimento 5 Stelle: secondo la senatrice Barbara Floridia “siamo di fronte al più grande spreco degli ultimi decenni. Sarà un fallimento annunciato e alla fine gli italiani pagheranno anche per i lavori non completati”.

A rincarare la dose ci pensa Nicola Fratoianni, leader di Sinistra Italiana, che definisce la scelta “folle” e prevede “un buco nero che inghiottirà miliardi senza restituire alcun beneficio concreto”.

La voce dell’ambiente
Sul fronte ecologista, la posizione è unanime. Legambiente, Greenpeace, WWF e Lipu criticano la fragilità del piano: “Il progetto presenta gravi lacune, mancano analisi fondamentali. È un azzardo economico e ambientale”.

Tensione a Torre Faro
Non solo parole. A Torre Faro, borgo costiero di Messina, la tensione è salita durante la conferenza stampa del vicepremier Matteo Salvini. Una trentina di manifestanti del movimento “No Ponte” ha inscenato una protesta sulla spiaggia e nei pressi del Lido Grecale, esponendo striscioni contro l’opera e contestando la presenza del leader leghista. Un episodio che testimonia quanto la questione sia ancora lontana dal trovare un punto di equilibrio.

Simbolo o fantasma?
Il Ponte sullo Stretto resta dunque, ancora oggi, molto più di un’infrastruttura. Per alcuni è il simbolo della rinascita del Sud, per altri l’emblema di un’Italia che continua a investire in sogni vecchi di decenni senza affrontare le vere priorità, servizi essenziali di cui Calabria e Sicilia ne hanno proprio bisogno. Ma una cosa è certa: il confronto è appena cominciato.

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