Manovra, per il Ponte sullo Stretto slittano i fondi: il governo rialloca 3,5 miliardi alle imprese

Zes, Transizione 5.0 e Ponte sullo Stretto al centro delle modifiche alla legge di Bilancio. Le opposizioni attaccano: “Manovra riscritta in corsa”. Il Mit smentisce il definanziamento dell’opera
ponte sullo stretto la carreggiata

Nella prossima manovra il governo prepara un nuovo pacchetto di interventi correttivi alla legge di Bilancio che comporterà una riprogrammazione temporale dei fondi inizialmente assegnati al Ponte sullo Stretto di Messina; un pacchetto di 3,5 miliardi di euro, destinato a rafforzare il sostegno alle imprese. Le risorse saranno concentrate in particolare sulla Zes unica e sul rifinanziamento del piano Transizione 5.0.

Le novità sono emerse al termine dell’Ufficio di presidenza della Commissione Bilancio del Senato, alla presenza del ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, e hanno immediatamente acceso il confronto politico, con le opposizioni che chiedono più tempo per valutare le modifiche.

Le modifiche alla manovra: imprese al centro

Secondo quanto riferito da fonti parlamentari, oltre a Zes e Transizione 5.0, il pacchetto includerà interventi per far fronte al caro materiali nelle opere pubbliche e misure sulla previdenza complementare. Un intervento ampio che, di fatto, ridefinisce una parte significativa degli equilibri finanziari della manovra.

Il relatore del provvedimento, il senatore di Fratelli d’Italia Guido Quintino Liris, ha chiarito che non si tratta di un taglio definitivo al Ponte, ma di una riprogrammazione delle risorse legata a ritardi procedurali:

“Per oltre un anno alcuni passaggi non hanno potuto avanzare per motivi connessi a rilievi di natura giudiziaria. È necessario quindi riallineare i tempi finanziari”.

Il Mit rassicura: “Il Ponte resta una priorità”

Dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti arriva una smentita netta all’ipotesi di definanziamento. In una nota, il Mit ribadisce che la copertura finanziaria dell’opera è garantita e che il ministro Matteo Salvini resta determinato ad avviare i lavori nel più breve tempo possibile.

Il ricollocamento dei fondi, spiegano dal ministero, è legato agli approfondimenti richiesti dalla Corte dei Conti, che hanno comportato uno slittamento dell’apertura dei cantieri di alcuni mesi rispetto alle previsioni iniziali.

Sulla stessa linea anche l’amministratore delegato di Stretto di Messina Spa, Pietro Ciucci, che parla di un semplice adeguamento al nuovo cronoprogramma:

“Non c’è alcun definanziamento. La copertura viene solo allineata ai tempi di realizzazione, dopo la mancata registrazione della delibera Cipess”.

Le opposizioni: “Manovra confusa e senza direzione”

Le modifiche annunciate hanno però scatenato le critiche delle forze di opposizione. Per il senatore del Pd Daniele Manca, il nuovo intervento conferma le fragilità dell’impianto complessivo della legge di Bilancio:

“Parliamo di emendamenti da 3,5 miliardi che cambiano i saldi. Il Parlamento deve avere il tempo di capire se queste misure siano davvero utili al Paese”.

Ancora più dura la capogruppo di Italia Viva al Senato Raffaella Paita, che definisce l’operazione “senza precedenti” e ironizza sul progetto del Ponte, ritenuto ormai irrealizzabile.

M5S e Pd: “Ponte fermo, priorità diverse”

Dal Movimento 5 Stelle arriva l’attacco più frontale. Il deputato Agostino Santillo parla apertamente di “game over” politico per il Ponte sullo Stretto, mentre il senatore Pd Antonio Nicita chiede che le risorse eventualmente liberate vengano destinate a Sicilia e Calabria, anche per compensare i fondi FSC sottratti negli ultimi anni.

Secondo le opposizioni, la scelta di spostare le risorse dimostrerebbe che il governo sta cercando coperture per correggere una manovra ritenuta debole sul fronte della crescita.

Iter parlamentare in accelerazione

Nonostante le tensioni, il ministro Giorgetti ha confermato che le votazioni sugli emendamenti in Commissione Bilancio potrebbero iniziare già nelle prossime ore, una volta depositato l’emendamento complessivo del governo.

Una corsa contro il tempo che alimenta le polemiche, mentre la manovra continua a essere riscritta tra equilibri politici, vincoli contabili e promesse infrastrutturali ancora tutte da verificare.

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