Villa San Giovanni – «Le abitazioni dei nostri concittadini non saranno oggetto di espropri prima del 2027». È il messaggio chiaro che arriva dal sindaco Giusy Caminiti e dall’amministrazione comunale dopo l’incontro con l’amministratore delegato della Stretto di Messina, Pietro Ciucci.
Secondo quanto riportato in una nota congiunta, gli espropri legati al progetto del ponte potranno avvenire solo dopo l’approvazione del progetto esecutivo, attesa per il primo trimestre del 2027. «Questa – sottolinea la giunta – è la notizia che più interessa alla città e ai cittadini: nessuna casa sarà coinvolta fino al completamento di tutti gli studi tecnici e scientifici necessari».
Non solo espropri. Nel vertice con Ciucci è stata confermata anche la disponibilità della Stretto di Messina a riprendere i lavori di riqualificazione del lungomare, sospesi da tempo. I cantieri, però, non riguarderanno né l’area dei futuri piloni né il blocco di ancoraggio in località Forte Beleno. Una parte del fronte mare – circa 400 metri lineari – rimarrà infatti esclusa per via della futura cantierizzazione.
La giunta Caminiti ha ribadito inoltre che «il progetto del lungomare non soddisfa appieno le esigenze della città» perché non include opere ritenute essenziali come il rifacimento dei marciapiedi lato monte, l’asfaltatura completa della sede stradale e la pubblica illuminazione. Su quest’ultimo punto il Comune interverrà direttamente con fondi regionali, mentre per il resto si attende un impegno diretto della società concessionaria.
Al centro dell’azione amministrativa restano le opere compensative: il Consiglio comunale, già con la delibera del 3 luglio 2024, ha approvato all’unanimità un piano strategico da 1,5 miliardi di euro, con richieste che spaziano dal potenziamento delle reti idrica e fognaria al miglioramento della viabilità e al monitoraggio ambientale. Una parte di queste opere – per un valore di 135 milioni – è stata indicata come condizione preliminare all’apertura dei cantieri.
«Questa città – conclude l’amministrazione – non si rassegnerà a diventare una “città sotto il ponte”. La tutela dei cittadini espropriandi e del territorio resta la nostra priorità, al di là dell’esito finale del progetto. È il momento di serietà e responsabilità: gli impegni presi con atti ufficiali disegneranno una Villa San Giovanni nuova, sostenibile e capace di guardare al futuro con dignità».
La precedente nota della Stretto di Messina – In un comunicato ufficiale di qualche mese fa, la società aveva chiarito tempi e numeri degli espropri: «Gli espropri per la costruzione del Ponte sullo Stretto saranno avviati gradualmente, dopo l’approvazione del progetto definitivo da parte del CIPESS – che ne determina la Pubblica utilità – e in relazione all’andamento dei cantieri. Sul versante Sicilia le Unità Immobiliari (fabbricati classificati categoria “A”) interessate dalla procedura sono 291, delle quali circa il 60% è costituito da prime case. Sul versante Calabria le unità abitative sono 152, delle quali circa un terzo è costituito da prime case». Consulta la nota.
La contraddizione – Proprio sui tempi e sulla portata degli espropri emerge una divergenza tra le rassicurazioni del Comune e i dati diffusi dalla concessionaria. Se da un lato il sindaco Caminiti insiste sul fatto che «nessuna casa sarà toccata prima del 2027», dall’altro la Stretto di Messina conferma che la macchina delle procedure espropriative è già definita nei numeri e scatterà dopo l’approvazione del progetto definitivo da parte del CIPESS, passaggio che precede quello dell’esecutivo. Una differenza che alimenta in città il dibattito sulla reale scansione temporale e sulle garanzie di tutela per le famiglie coinvolte.
