Sono due le persone finite sotto inchiesta per l’incendio che, nella notte di aprile, ha distrutto gran parte della concessionaria Bmw e Mini Calabria Motori di Campo Calabro, azienda di proprietà dell’imprenditore lametino Emanuele Ionà.
Oggi, davanti al giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Reggio Calabria, si è svolta l’udienza per conferire l’incarico e raccogliere il giuramento del perito, chiamato a occuparsi delle operazioni di estrazione e analisi dei dati contenuti nei telefoni e nelle schede sim sequestrati agli indagati. La Procura ha chiesto di procedere con incidente probatorio, ritenendo necessario fissare fin da subito elementi di prova che potrebbero risultare decisivi in fase processuale.
Le accuse ipotizzate nei confronti dei due soggetti riguardano reati pesanti: tentata estorsione e incendio doloso aggravato, commessi in concorso con altre persone non ancora identificate. Già nei mesi successivi al rogo, gli investigatori avevano proceduto al sequestro di diversi dispositivi elettronici, ritenuti utili per ricostruire i contatti e i movimenti dei presunti responsabili.
Con l’ordinanza emessa dal Gip si procederà dunque all’estrazione forense, alla duplicazione e alla successiva analisi di tutto il materiale informatico: messaggi, chat, fotografie, video e dati archiviati in cloud. Una mole di informazioni che potrebbe rivelarsi determinante per chiarire il movente e individuare eventuali ulteriori complici.
In aula erano presenti gli avvocati Alessandro Torrente ed Ettore Aversano, difensori degli indagati, mentre a rappresentare la persona offesa, Emanuele Ionà, è stato l’avvocato Salvatore Cerra.(Notizia rilevata dal portale IlReggino.it).