Villa San Giovanni – Si grida al “miracolo”, si parla della “prima opera pubblica” finalmente avviata, come se fosse nata dal nulla, come se fosse frutto di un’improvvisa e straordinaria capacità politico-amministrativa. Ma i cittadini meritano verità e onestà, non slogan e narrazioni costruite.
Il parcheggio di Via Mazzini, come già avvenuto per Piazza Repubbliche Marinare e altre opere pubbliche, non nasce oggi. Non nasce con questa amministrazione. Non è frutto di improvvisa efficienza, ma è il risultato di un lungo lavoro avviato dalla precedente amministrazione guidata dal sindaco Giovanni Siclari.
Il progetto era pronto dal 2021
Il progetto esecutivo del parcheggio di via Mazzini era completato già nel 2021, con espropri avviati, fondi sbloccati grazie all’intervento decisivo del senatore Marco Siclari e della Ragioneria di Stato, e con un bando per i lavori già predisposto. Un’opera praticamente cantierabile, bloccata solo da un dettaglio tecnico che richiedeva la semplice ripubblicazione del bando.
Tre anni di ritardi e modifiche discutibili
Nonostante tutto fosse pronto, l’attuale amministrazione ha impiegato tre anniper avviare i lavori. E nel frattempo, ha deciso di modificare il progetto originale, riducendo i posti auto da 200 a 90 e spendendo inutilmente ulteriori risorse pubbliche per riprogettarlo. Un intervento che, secondo molti, ha peggiorato l’impianto originario, sacrificando funzionalità e capienza in cambio di un progetto rivisitato ma meno efficace.
Nessun miracolo: solo eredità politica
La verità è semplice: questa amministrazione ha trovato l’opera pronta, finanziata e progettata, l’ha modificata (con risultati discutibili), e dopo anni di stallo ne ha semplicemente avviato il cantiere. Nessun atto eroico, nessun miracolo amministrativo: solo l’utilizzo di un progetto ereditato su un piatto d’argento.
Eppure, si continua a raccontare che “prima non c’era nulla” e che “oggi finalmente si parte”, mortificando tutto il lavoro preparatorio svolto da chi ha amministrato prima.
L’appello: dire la verità ai cittadini
In democrazia, l’onestà intellettuale dovrebbe essere la regola, non l’eccezione. Riconoscere il lavoro svolto da chi ha preceduto non è segno di debolezza, ma di maturità politica. E i cittadini, oggi più che mai, hanno bisogno di verità e trasparenza, non di propaganda.
Quindi, di straordinario in questa storia non c’è nulla, se non la capacità di alcuni di riscrivere la realtà a proprio uso e consumo, dimenticando – o fingendo di dimenticare – che la genesi di quest’opera pubblica porta la firma dell’amministrazione Siclari.