“Le prove sui cavi del Ponte sullo Stretto, che Stretto di Messina S.p.A. (SDM) aveva definito facili e di soli sei mesi, stanno diventando un caso: a distanza di oltre un anno non se ne sa nulla. È il segnale che la mia stima di sei anni totali potrebbe avverarsi”. A dichiararlo è il prof. ing. Antonino Risitano, che torna a puntare i riflettori su uno degli aspetti più delicati del progetto.
Il 21 giugno 2024, durante un incontro al Comune di Messina, i vertici di Stretto di Messina S.p.A. e l’ing. Devitofranceschi avevano annunciato che i test sarebbero stati rapidi e senza ostacoli. “Da quel giorno – sottolinea Risitano – è calato il silenzio. Né SDM, né i progettisti COWI e IHI hanno reso pubblici risultati o aggiornamenti. Un silenzio assoluto, che alimenta dubbi e sospetti”.
Secondo il cronoprogramma, il progetto esecutivo dovrebbe arrivare due anni dopo l’inizio dei lavori, previsti entro la fine del 2025. Un percorso che, nei fatti, porterebbe a superare i tre anni e mezzo, ben oltre la promessa dei sei mesi e vicino ai sei anni ipotizzati da Risitano.
Il paragone con il passato è inevitabile: “Nel 1992 – ricorda l’ingegnere – le prove sui cavi furono svolte, ma i risultati vennero nascosti. Oggi la domanda è la stessa: verranno mostrati gli esiti, oppure si tenterà di aggirare la questione con un nuovo decreto spezzatino?”.
La denuncia è chiara: promesse non mantenute, stime ottimistiche che rischiano di rivelarsi infondate, e la mancanza di trasparenza su una questione fondamentale per la sicurezza dell’opera. “Poverini quelli di SDM – conclude Risitano con amara ironia – sei mesi invece di sei anni. Speriamo che tutte le altre loro previsioni non siano dello stesso tipo”.