Si conclude, dopo oltre dieci anni di rinvii, varianti e contestazioni, la lunga vicenda dei lavori di adeguamento sismico della scuola elementare Don Milani di Pezzo, a Villa San Giovanni. Con deliberazione n. 214 del 6 agosto 2025, la Giunta comunale ha approvato la risoluzione consensuale del contratto d’appalto con l’impresa esecutrice, e la contestuale chiusura della vertenza.
L’intervento era stato finanziato nel 2012 dalla Regione Calabria, nell’ambito del POR FESR 2007-2013, per un importo di 332.264 euro, con cofinanziamento comunale di 83.066 euro tramite mutuo. Il contratto d’appalto, stipulato il 5 agosto 2015, prevedeva l’ultimazione dei lavori entro 180 giorni, ma il cantiere è stato caratterizzato da sospensioni, varianti progettuali e una serie di ritardi accumulati negli anni.
Nel 2018 un primo atto transattivo fissava una nuova scadenza al 7 maggio 2019, con 120 giorni di tempo dall’ottenimento del collaudo dei dissipatori sismici. Tuttavia, l’impresa ha dichiarato la conclusione delle opere solo il 3 giugno 2022. Dai calcoli del Comune, il ritardo è stato di 1.123 giorni secondo la versione dell’impresa, o addirittura 1.418 giorni secondo le verifiche del direttore dei lavori, con penali teoriche che avrebbero superato i 100mila euro. La normativa, però, fissa un tetto massimo pari al 10% dell’importo contrattuale: nel caso specifico 11.851,61 euro.
Per superare l’impasse e restituire alla comunità un edificio scolastico strategico, l’amministrazione ha accettato una proposta transattiva: riconoscere 27.936,64 euro oltre IVA all’impresa per opere extra-contratto effettivamente riscontrate dal punto di vista tecnico, a fronte della rinuncia reciproca a ogni ulteriore pretesa. Il pagamento sarà effettuato dopo l’emissione del collaudo statico.
La Giunta ha dichiarato l’atto immediatamente eseguibile, così da velocizzare la chiusura del procedimento e consentire la riapertura della scuola, da anni inutilizzabile. “Una scelta di interesse pubblico – si legge nella delibera – per definire un’annosa vicenda e restituire alla fruizione collettiva un bene essenziale per il territorio”.