Pnrr-Alta Velocità al Sud, tra tagli e promesse: oltre 11 miliardi in meno per il Mezzogiorno, ma Minasi rassicurava

Azzerati gli investimenti per l’Alta Velocità in Calabria, stralciati anche progetti in Sicilia e Puglia. La senatrice Minasi (Lega) prova a rassicurare: “L’obiettivo resta, Salvini lo ha ribadito”. Ma i documenti ufficiali dicono altro
treni Alta velocità AV

ROMA – Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza doveva colmare il divario infrastrutturale tra Nord e Sud. Invece, a luglio 2025, arriva l’ennesima doccia fredda: oltre 11 miliardi di euro in meno per le regioni meridionali, con tre grandi opere completamente cancellate dalla programmazione del Ministero delle Infrastrutture. Un colpo durissimo soprattutto per la Calabria, che perde 9,4 miliardi destinati all’Alta Velocità ferroviaria lungo l’asse Salerno-Reggio Calabria.

A certificare il taglio è il Rapporto intermedio sulle infrastrutture, presentato in Commissione Trasporti alla Camera. Nel mirino anche la Bari-Bari Nord (1 miliardo) e il nuovo collegamento Palermo-Catania (500 milioni), azzerati per “limitate capacità realizzative”, secondo la motivazione fornita dal Ministero guidato da Matteo Salvini.

Una decisione che stride con le rassicurazioni arrivate solo pochi giorni fa. Era il 25 luglio quando la senatrice Tilde Minasi, della Lega, interveniva per “tranquillizzare i calabresi” rispondendo a un’intervista del professor Francesco Russo, docente dell’Università Mediterranea, da tempo critico sui ritardi della linea AV nel Mezzogiorno.

“Il Ministero ha confermato più volte l’obiettivo di far arrivare l’Alta Velocità a Reggio Calabria”, aveva dichiarato Minasi, sottolineando come l’opera sia parte integrante del piano per il Ponte sullo Stretto di Messina. A suo dire, l’accordo di programma firmato tra MIT, MEF, Regioni, RFI, Anas e Stretto di Messina prevede esplicitamente l’estensione dell’AV fino a Gioia Tauro-Reggio, considerata funzionale al traffico previsto dal futuro collegamento stabile tra Calabria e Sicilia.

La senatrice aveva anche minimizzato la mancata inclusione della tratta AV nelle mappe del Regolamento UE 2024/1679, sostenendo che si trattasse solo di una “fotografia provvisoria”.

Ma i fatti raccontano una storia diversa. Nel giro di pochi giorni, il Ministero ha ufficialmente tagliato i fondi, lasciando la Calabria senza investimenti per l’AV. L’ennesimo annuncio senza copertura, in un Mezzogiorno abituato a promesse non mantenute.

E a confermare che la cancellazione non è solo temporanea è lo stesso rapporto presentato alla Camera, redatto dal Servizio Studi di Montecitorio, in collaborazione con Anac e il Centro ricerche e servizi di mercato per le costruzioni e l’edilizia. Qui si chiarisce che la linea AV Salerno-Reggio Calabria è stata fatta rientrare in generici e non meglio precisati “altri capitoli di bilancio”, fuori dal Pnrr e anche dai 30 miliardi del Piano Nazionale Complementare.

Il definanziamento – che riguarda alcuni lotti della fase prioritaria – sarebbe stato deciso perché l’opera “non è più considerata strategica”, e perché parte degli investimenti previsti non risulta confermata. Parole che pesano come macigni su un’opera fino a pochi mesi fa annunciata come centrale per il rilancio del Mezzogiorno.

Sul piano politico, la contraddizione è evidente: da un lato si ribadiscono grandi progetti per il Sud, dall’altro si eliminano le risorse per realizzarli. Il Ponte sullo Stretto resta in piedi – almeno sulla carta – ma senza i collegamenti AV rischia di essere un’opera monca, isolata da un sistema ferroviario che, a Sud di Salerno, torna a viaggiare a rilento.

“Non è ammissibile attendere il 2050”, diceva Minasi appena una settimana fa. Ma con i tagli appena decisi, il traguardo si allontana ancora. E, per il momento, più che sull’Alta Velocità, a correre veloce sembrano solo le promesse.

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