Calabria, dimissioni Occhiuto: il presidente lascia ma rilancia: “Mi dimetto, ma torno a candidarmi”

Il presidente annuncia via social le dimissioni dopo l'avviso di garanzia, ma accusa un clima di paralisi amministrativa: “Non mi faccio fermare, il mio lavoro deve continuare”
Roberto Occhiuto presidente della Regione Calabria

Roberto Occhiuto ha scelto di dimettersi da presidente della Regione Calabria, ma la sua uscita non rappresenta un passo indietro: si ricandiderà, chiedendo ai cittadini calabresi di pronunciarsi sul futuro del suo progetto politico.

L’annuncio è arrivato tramite un video diffuso sui social, girato simbolicamente in un cantiere della metropolitana di Catanzaro, a voler rimarcare la dimensione concreta e visibile dell’azione amministrativa. Occhiuto, eletto nel 2021, ha voluto così prendere posizione in un momento delicato, all’indomani dell’avviso di garanzia ricevuto lo scorso giugno per un’indagine su presunti episodi di corruzione.

“Non ho nulla da temere dall’inchiesta, ho già chiarito tutto – ha detto – ma il vero problema è il clima che si è creato all’interno dell’amministrazione: nessuno firma più nulla, tutti hanno paura. È tutto fermo. E la Calabria non può permetterselo.”

Il presidente dimissionario non nasconde l’amarezza per un meccanismo che, secondo lui, si ripete ciclicamente: negli ultimi trent’anni, ha ricordato, ogni governatore della Calabria è stato travolto da inchieste proprio negli ultimi mesi della legislatura, spesso senza conseguenze giudiziarie definitive, ma con effetti politici devastanti.

“È come se ci fosse un destino già scritto per questa Regione – ha commentato – e invece no: questa volta non sarà così. Non permetterò che tutto venga interrotto.”

Occhiuto ha quindi lanciato un appello diretto agli elettori: saranno loro, ha affermato, a decidere se “fermarsi o continuare”, in un voto anticipato che dovrebbe tenersi nelle prossime settimane.

Nel suo discorso, l’ex governatore ha voluto sottolineare i cantieri aperti sul territorio, dalle grandi opere infrastrutturali agli ospedali in costruzione, per dimostrare – parole sue – che “la Calabria non è più in ginocchio”.

Ma non sono mancati toni polemici verso una parte della classe politica e dell’opinione pubblica locale. Occhiuto ha infatti puntato il dito contro “politici di secondo piano” e “professionisti dell’odio” che – a suo avviso – trarrebbero soddisfazione dal fallimento della Regione.

“Ce l’ho con chi tifa contro la Calabria, con chi usa le inchieste come armi politiche. Ma non ce l’ho con la magistratura, che deve fare il suo lavoro. In una Regione complicata come la nostra, servono controlli. Ma non può esserci ogni volta un’agonia politico-amministrativa.”

La decisione di dimettersi, secondo Occhiuto, è stata presa proprio per spezzare questa dinamica. Un atto che, nella sua visione, non rappresenta una sconfitta ma un rilancio.

Il quadro ora si fa più chiaro: si aprirà a breve la fase pre-elettorale, e toccherà agli elettori decidere se dare continuità alla sua linea di governo o voltare pagina. Un test politico cruciale per la Calabria, che si troverà ancora una volta a fare i conti con le sue fragilità, ma anche con la possibilità di un riscatto.

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