Di Boris Behncke, Massimo Cantarero, Danilo Cavallaro, Emanuela De Beni, Gaetana Ganci, Marco Neri, Mario Paratore, Cristina Proietti – Photo INGV
L’Etna si è nuovamente risvegliato. Le bocche eruttive si sono aperte a circa 3050 metri di quota, alla base meridionale del cratere sommitale Bocca Nuova, dando vita a spettacolari colate laviche e, in alcuni momenti, a episodi di attività stromboliana. L’evento non ha rappresentato un pericolo per aree abitate, ma ha interrotto la “pista Altomontana” all’interno del Parco dell’Etna, attraversando aree innevate e generando esplosioni dovute al contatto tra lava e neve. L’eruzione ha attirato migliaia di visitatori affascinati dallo spettacolo naturale.
L’attività eruttiva precedente
Nel 2024 l’Etna ha dato prova della sua vitalità con una serie di eventi spettacolari. Durante l’estate, il cratere sommitale Voragine ha emesso colate laviche che si sono riversate nel cratere Bocca Nuova. Tra luglio e agosto si sono verificati sei parossismi con alte fontane di lava e colonne eruttive cariche di materiale piroclastico, che il vento ha disperso nei settori orientale, sud-orientale e meridionale del vulcano. Dopo una fase di minore attività esplosiva al Cratere di Nord-Est, il 10 novembre 2024 è avvenuto un episodio eruttivo intenso tra Bocca Nuova e Voragine, con una colata che ha raggiunto solo 400 metri di lunghezza.
Fino a febbraio 2025, l’Etna è rimasto relativamente tranquillo, con segnali di quiete rilevati dalle reti di monitoraggio dell’INGV. Tuttavia, il 5 febbraio sono state osservate emissioni di cenere dal fianco nord-occidentale del Cratere di Sud-Est, seguite da fluttuazioni del tremore vulcanico e piccole esplosioni stromboliane. L’arrivo di una perturbazione ha impedito ulteriori osservazioni fino alla sera dell’8 febbraio, quando le telecamere di sorveglianza hanno registrato bagliori nella zona del “Cratere del Piano”.
L’eruzione di febbraio 2025
Alla base del cratere Bocca Nuova si è aperta una fessura eruttiva da cui è fuoriuscita una colata lavica diretta verso sud-ovest. Nei giorni successivi il flusso lavico si è allungato attraversando la vallata tra la fessura del 1610 e il Monte Pecoraro. Nel frattempo, l’attività esplosiva è aumentata al Cratere di Sud-Est, dove almeno due bocche hanno prodotto nubi di cenere e materiale piroclastico. Un sistema di fratture si è sviluppato tra Bocca Nuova e Sud-Est, mentre una bocca minore ha generato attività stromboliana nella sella tra i due crateri.
Il 14 e il 16 febbraio l’emissione di cenere è aumentata, causando leggere ricadute sui settori meridionali ed orientali dell’Etna. Il 17 febbraio, con la riduzione delle emissioni di cenere, l’attività stromboliana si è intensificata, coinvolgendo la “bocca della sella” del Cratere di Sud-Est. Il flusso lavico ha raggiunto la pista Altomontana il 16 febbraio, bruciando alcuni alberi prima di arrestarsi il giorno successivo. Il 19 febbraio, un nuovo braccio lavico ha coperto un’altra parte della pista e distrutto un piccolo bosco.
Il 19 febbraio l’ampiezza del tremore vulcanico è calata drasticamente, e il giorno successivo la colata lavica si è fermata. Tuttavia, il 22 febbraio l’attività effusiva è ripresa, con emissioni di lava e l’intensificazione delle esplosioni stromboliane al Cratere di Sud-Est. Il 24 febbraio una piccola colata lavica è fuoriuscita dalla “bocca della sella”, mentre una delle bocche ha formato un cratere ellittico di circa 100 metri di diametro. Nei giorni successivi, l’attività si è alternata tra fasi di quiete e nuove eruzioni di lava.
Il 28 febbraio un nuovo trabocco lavico è stato osservato alla “bocca della sella”, con l’espansione della colata sul fianco meridionale del Cratere di Sud-Est. L’attività è diminuita nella notte dello stesso giorno, mentre il 2 marzo un debole flusso lavico era ancora presente alle bocche effusive della Bocca Nuova.
Conclusione
L’eruzione del febbraio 2025 si inserisce nella dinamica eruttiva dell’Etna degli ultimi anni, caratterizzata da episodi alternati di intensa attività esplosiva ed effusiva. Il vulcano continua a rappresentare una straordinaria attrazione scientifica e turistica, offrendo spettacoli naturali unici. La sua sorveglianza rimane essenziale per comprendere le dinamiche dei fenomeni vulcanici e per mitigare i rischi associati alle sue eruzioni future.