Ponte sullo Stretto: Campo Calabro guida la rinascita dell’acqua con un piano da 54 milioni

Cinque comuni uniti per ricostruire gli acquedotti di Bolano e Aspromonte. Il sindaco Repaci: «Non un’opera compensativa, ma la base per il futuro del nostro territorio»
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Dietro il clamore del Ponte sullo Stretto si muove una Calabria che progetta, pianifica e tenta di non restare spettatrice. A Campo Calabro, il sindaco Sandro Repaci ha colto l’occasione per trasformare un problema cronico – la scarsità e la fragilità della rete idrica – in un’occasione di sviluppo condiviso.
«Il Ponte non ha nemmeno l’acqua per impastare il cemento», afferma con ironia, ma dietro la battuta c’è un’intuizione concreta: usare la necessità dei cantieri come spinta per risolvere una questione storica.

Nasce così un progetto da 54 milioni di euro, già inserito nella Delibera Cipess che finanzia le opere infrastrutturali collegate al Ponte. Campo Calabro è capofila di una rete di cinque comuni – Villa San Giovanni, Fiumara, Scilla e San Roberto – che mira a ricostruire integralmente gli acquedotti di Bolano e Aspromonte e a rinnovare le reti fognarie locali, ormai logore e inefficienti.


Un’infrastruttura per due obiettivi: i cantieri e i cittadini

Repaci precisa che non si tratta di un “contentino” per il territorio, ma di una “infrastruttura preliminare”, pensata per garantire l’approvvigionamento idrico ai lavori del Ponte e, contemporaneamente, dare risposte strutturali ai cittadini.
Il nuovo sistema idrico e fognario servirà oltre 30 mila abitanti, numero destinato a crescere con l’arrivo delle maestranze e degli insediamenti legati alla grande opera.


Ricostruire il sistema idrico del basso Aspromonte tirrenico

Il piano prevede la realizzazione di nuove opere di presa, bacini a monte e condotte completamente riprogettate per ridurre drasticamente le perdite. L’obiettivo è quello di ricostituire il sistema idrico del basso Aspromonte tirrenico, assicurando autonomia e sostenibilità alle comunità locali.

«Non ci limitiamo a riparare ciò che non funziona – spiega Repaci – ma vogliamo rifondare il modo in cui gestiamo e valorizziamo l’acqua, bene comune per eccellenza».


Dalle idee al cantiere: il primo passo dopo il via libera

Il progetto, oggi finalmente finanziato, affonda le sue radici nel bando “CIS Acqua Bene Comune” di Invitalia del 2023, dove però non aveva trovato copertura. «Abbiamo ripreso quel lavoro, lo abbiamo aggiornato e ampliato – racconta il sindaco – fino a farne un piano strategico per tutto il comprensorio».

Nel frattempo, i tecnici del contraente generale del Ponte hanno già effettuato sopralluoghi per coordinare il cronoprogramma dei lavori idrici con quello delle opere sullo Stretto.
«Ci hanno confermato – aggiunge Repaci – che appena la Corte dei conti darà il via libera, sarà il primo intervento a partire».


Acqua come motore di sviluppo e di equilibrio territoriale

L’amministrazione di Campo Calabro punta a fare dell’acqua una leva di sviluppo e coesione, non solo una risorsa da sfruttare.
«Questo progetto rappresenta la risposta a un’aspirazione centenaria – conclude Repaci –: rendere l’acqua il motore del nostro futuro. Il Ponte porterà un terremoto sociale e urbanistico, ma sta a noi trasformarlo in un’occasione di crescita. Le infrastrutture devono unire, non dividere».

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