Scoperta un’altra faglia sotto un pilone del Ponte sullo Stretto: dopo Cannitello, spunta anche Ganzirri

L’ing. De Miranda lancia l’allarme: una faglia si trova esattamente sotto il sesto pilone del previsto viadotto Pantano a Ganzirri, lato Sicilia. “Motivo più che ragionevole per fermarsi”
Ponte sullo Stretto

Ganzirri (Messina) – Una nuova faglia attiva è stata individuata sotto il sesto pilone del previsto viadotto Pantano di Ganzirri, nel quadro del contestato progetto del “Ponte sullo Stretto di Messina“. A denunciarlo è stato l’ingegnere Mario De Miranda, durante il convegno scientifico “Il ponte ed il puzzle delle faglie dello Stretto”, organizzato il 16 maggio 2025 dal comitato Invece del ponte.

Abbiamo una faglia sotto il pilone anche nella zona siciliana – ha dichiarato De Miranda – cioè sotto il sesto pilone. Non si tratta di studi nuovi, ma studi recenti hanno discusso queste faglie. Quella di Ganzirri si trova esattamente in corrispondenza del pilone, e non era stata evidenziata nel progetto. Basta sovrapporre la mappa geologica e la geometria del ponte per accorgersene”.

La rivelazione getta nuove ombre sulla sicurezza sismica del progetto del Ponte sullo Stretto, già fortemente discusso per la presenza di una faglia attiva sotto Cannitello, in Calabria, proprio dove dovrebbe sorgere uno dei piloni principali. Ora si apprende che anche il lato siciliano presenta una criticità geologica, sebbene “meno grave”, come sottolineato dallo stesso ingegnere, ma comunque “motivo sufficiente per fermarsi”.

Secondo quanto emerso, la faglia di Ganzirri era conosciuta, ma non inserita né segnalata nel progetto esecutivo del ponte. Questo elemento, secondo i tecnici presenti al convegno, potrebbe avere impatti significativi sulla stabilità e sulla fattibilità dell’infrastruttura, e mette in dubbio la completezza degli studi geologici e sismotettonici prodotti dal Consorzio Eurolink e dai soggetti proponenti.

Una doppia minaccia geologica

La faglia di Cannitello, studiata sin dagli anni ‘80 e confermata da diverse ricerche geofisiche, è considerata una delle principali linee tettoniche attive dell’area. L’ubicazione del pilone calabrese in sua prossimità era già motivo di forti polemiche. Ora, con l’aggiunta della faglia di Ganzirri sotto il sesto pilone del viadotto Pantano, anche la sponda siciliana risulta geologicamente instabile.

Si tratta di due faglie attive e note, ma nel progetto attuale non sono rappresentate in maniera chiara o valutate correttamente”, ha sottolineato De Miranda. “Una simile omissione nei documenti tecnici è inaccettabile per un’infrastruttura del genere. È più che ragionevole chiedere una sospensione immediata del progetto per aggiornare e rivedere gli studi geologici”.

Implicazioni sul progetto e rischio per la sicurezza

Il fatto che entrambi i piloni principali e secondari del ponte ricadano su faglie attive apre questioni gravissime sia sul piano della progettazione strutturale, sia sul fronte delle responsabilità politiche e tecniche. Gli studi geotecnici allegati al progetto esecutivo non sembrano aver integrato in modo efficace i dati sismotettonici aggiornati.

Questa situazione rischia di mettere in discussione l’intero iter autorizzativo dell’opera, incluso il procedimento di Valutazione di Impatto Ambientale (VIA) e la Valutazione di Incidenza Ambientale (VIncA) prevista dalla Direttiva Habitat.

Ponte sullo Stretto e rischio sismico: nodo irrisolto

Il progetto del Ponte sullo Stretto di Messina, rilanciato dal governo italiano come opera strategica nazionale, continua ad attirare forti critiche da parte di esperti, geologi e ingegneri. Il punto più controverso rimane la sua localizzazione in un’area ad alta pericolosità sismica, dove placche tettoniche si confrontano e il rischio di eventi tellurici è elevatissimo.

La presenza di due faglie attive sotto i piloni principali è un’anomalia inaccettabile per un’opera di questa portata – ha aggiunto De Miranda –. A questo punto è più che ragionevole fermarsi e rivedere completamente la progettazione.”

Cresce la mobilitazione contro il ponte

Il convegno di Messina ha riacceso il dibattito pubblico. Il comitato “Invece del ponte” ha annunciato nuove iniziative di mobilitazione, mentre alcuni parlamentari dell’opposizione chiedono l’istituzione di una commissione tecnica indipendente per verificare le reali condizioni geologiche dell’area e l’affidabilità dei dati inseriti nel progetto.

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