Scilla svela le sue “Grotte del Mito”: nuove scoperte tra leggenda e geologia

Un complesso di cavità naturali, scolpite dal mare e dai terremoti, riemerge tra la scogliera di Scilla e Capo Pacì. Dalla Grotta di Ulisse a quella di Morgana, un viaggio tra storia, mito e fragilità ambientale
grotte del mito a scilla rc

SCILLA (RC) — Sospesa tra il mito e la geologia, Scilla aggiunge un nuovo capitolo al suo affascinante racconto: è stato infatti recentemente documentato un complesso di cavità naturali nascosto lungo la scogliera occidentale, tra Scilla e Capo Pacì, ora noto come “Grotte del Mito”.

La scoperta si deve a Giovanni Luca Bellantoni, che ha esplorato e segnalato queste cavità, oggi in fase di catalogazione presso gli enti preposti. Ogni grotta è stata battezzata con nomi che evocano il mondo omerico e la mitologia classica: Ulisse, Polifemo, Circe, Morgana, Glauco e persino San Girolamo, simbolo di un connubio tra leggenda pagana e tradizione cristiana.

Ma non si tratta solo di poesia e mito. Le Grotte del Mito raccontano un’antica storia geologica: scavate nei secoli da mareggiate impetuose e profondamente modificate da eventi sismici — in particolare i terremoti del 1783 e del 1908 — queste cavità testimoniano l’attività della faglia di Scilla, una delle più dinamiche della zona. Alcuni geologi ipotizzano che un tempo il sistema carsico fosse molto più esteso di quanto oggi visibile.

Una zona strategica fin dall’antichità

La costa in questione non era ignota agli antichi: storicamente è documentata come rifugio dei pirati Tirreni, tanto che i Romani vi costruirono un piccolo porto militare per contrastare le loro incursioni. Tracce di tale struttura sono ancora visibili nei pressi delle grotte.

Oggi, l’intera area è riconosciuta per il suo valore naturalistico e ambientale: è classificata come Sito di Interesse Comunitario (SIC) e Zona di Protezione Speciale (ZPS), segno della sua importanza ecologica e paesaggistica. Alcune delle cavità sono già state censite nel Catasto delle Grotte della Calabria e segnalate all’ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale).

Tesoro fragile minacciato dall’incuria

Nonostante il valore scientifico e culturale, le grotte sono minacciate da rifiuti abbandonati, provenienti in gran parte dalla vicina Strada Statale 18. Un problema che mette a rischio non solo l’equilibrio dell’ecosistema, ma anche la fruibilità del sito da parte di studiosi e appassionati.

Accesso difficile, ma affascinante

L’accesso alle Grotte del Mito non è semplice: servono esperienza, attrezzatura e consapevolezza del rischio. Non si tratta di un’escursione per turisti improvvisati. È però possibile consultare mappe, foto e descrizioni dettagliate sul portale de L’Altro Aspromonte, al seguente link:
👉 https://www.laltroaspromonte.it/cartografia/mappe/#grotte-aspromonte

Un invito alla tutela

Questa scoperta rappresenta un’opportunità preziosa: valorizzare un luogo in cui natura, mito e storia si fondono in modo unico. Ma è anche un appello alla tutela e responsabilità, perché le Grotte del Mito possano continuare a raccontare il loro silenzioso incanto alle generazioni future.

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