A Villa San Giovanni, precisamente nel quartiere di Porticello, sono stati abbattuti otto pini che da oltre quarant’anni facevano parte del paesaggio urbano e del vissuto quotidiano dei residenti. L’intervento ha generato rabbia e senso di impotenza tra gli abitanti della zona, che denunciano la mancanza di coinvolgimento nel processo decisionale e parlano apertamente di “scempio ambientale”.
«Invitiamo tutti a passare dal torrente per capire di persona cosa è stato fatto — si legge in un accorato appello circolato sui social —. Non solo sono stati tagliati alberi storici, ma abbiamo scoperto che anche la statua di Padre Pio sarà spostata. Nessuno ci ha informati, nessuno ha chiesto il nostro parere. Parlano di tutela ambientale e poi permettono un simile disastro».
A rispondere alle polemiche è stato direttamente il sindaco di Villa San Giovanni, Giusy Caminiti, che ha chiarito la natura dell’intervento: «Il progetto non è un restyling, ma una messa in sicurezza del torrente con attraversamento e sistemazione dei margini. L’area è tecnicamente considerata alveo fluviale, e secondo le rigide direttive degli enti preposti — tra cui l’Autorità di Bacino —, non è possibile mantenere ostacoli all’interno dell’alveo. Dispiace a tutti, ma è un’opera necessaria per la sicurezza».
Ciononostante, molti residenti continuano a domandarsi se non fosse possibile trovare una soluzione progettuale alternativa, che tenesse conto della presenza degli alberi e dell’identità storica del quartiere. Il caso di Porticello riapre dunque il dibattito su ambiente, partecipazione pubblica e scelte urbanistiche che spesso sembrano calate dall’alto, senza confronto con le comunità locali.