Il Liceo Scientifico Galileo Galilei di Lamezia Terme, fino a poco tempo fa considerato un’eccellenza scolastica in Calabria, è al centro di un grave scandalo. Un’indagine della Polizia di Stato ha portato alla luce un intricato sistema di manipolazioni dei voti e abusi di potere all’interno della scuola.
La dirigente scolastica, Teresa Antonietta Goffredo, e otto insegnanti sono indagati per una serie di reati tra cui accesso abusivo al sistema informatico, falso ideologico e materiale, e maltrattamenti. Al centro delle indagini, l’alterazione sistematica dei voti degli studenti attraverso il registro elettronico. La preside, secondo l’accusa, avrebbe modificato i giudizi in diverse materie, alzandoli o abbassandoli a suo piacimento, per imporre la propria visione e sottomettere il corpo docente.
I professori indagati in questa vicenda secondo l’accusa avrebbero utilizzato il registro elettronico per modificare i giudizi espressi dai professori in diverse materie, come Storia dell’Arte e Latino. Le alterazioni, avvenute tra gennaio e giugno 2023, riguardavano sia aumenti che diminuzioni dei voti, con l’obiettivo di imporre le proprie decisioni e di modificare i giudizi espressi dai docenti. I professori coinvolti nell’inchiesta sono: Maria Rosaria Rocca, Giovan Battista Chirillo, Anna Rosa, Pasqualina Bagnato, Maria Piera Adamo, Marietta Paola Veltri e Giuseppina Sandra Anania.
Lo Spionaggio del maresciallo
Un maresciallo della Guardia di Finanza, Renato Molinaro, responsabile della sezione di polizia giudiziaria della procura di Lamezia Terme, secondo le indagini, ha accedito illegalmente al sistema informatico della procura stessa per ottenere informazioni su tre procedimenti penali. Lo scopo era quello di fornire questi dati a una docente e al marito, entrambi indagati in uno dei casi.
Un complotto ben organizzato
A rendere possibile questo sistema, la complicità di alcuni insegnanti che avrebbero falsificato i dati relativi alle ore di lezione per coprire eventuali irregolarità. Inoltre, un maresciallo della Finanza, con l’intento di favorire una docente e suo marito, avrebbe utilizzato il proprio account per accedere ai dati di un’indagine penale che li riguardava.
Un clima di paura e sottomissione
Oltre alle manipolazioni dei voti e alle falsificazioni, l’indagine ha evidenziato un clima di paura e sottomissione all’interno della scuola. La dirigente avrebbe attuato comportamenti persecutori nei confronti dei docenti “dissidenti”, creando un ambiente lavorativo tossico e inaccettabile.
Un quadro preoccupante
La vicenda del Liceo di Lamezia Terme solleva interrogativi inquietanti sulla qualità dell’istruzione e sulla professionalità di alcuni operatori scolastici. La manipolazione dei voti è un atto grave che intacca la fiducia nel sistema scolastico e mette in discussione il valore dei diplomi.
Le conseguenze
Le conseguenze di questo scandalo sono ancora tutte da chiarire. La dirigente scolastica è stata sospesa, ma è stata poi reintegrata nel suo ruolo, nonostante non era nuova a questo tipo di atteggiamenti. Gli insegnanti coinvolti rischiano pesanti sanzioni disciplinari e penali. La comunità scolastica di Lamezia Terme è chiamata a fare i conti con un trauma profondo e a ricostruire un clima di fiducia e di rispetto reciproco.
Domande aperte
Restano ancora molte domande senza risposta. Come è stato possibile che un simile sistema di corruzione si instaurasse in una scuola considerata un’eccellenza? Quali sono le responsabilità degli organi di controllo? E soprattutto, quali saranno le conseguenze per gli studenti che hanno subito le conseguenze di queste manipolazioni?
La storia del Liceo di Lamezia Terme è un monito e un invito a riflettere sul valore dell’istruzione, sull’importanza della meritocrazia e sulla necessità di tutelare l’integrità del sistema scolastico.