Ponte sullo Stretto, slitta la prima pietra: Salvini e WeBuild su binari diversi

Il governo insiste sull’avvio dei lavori entro il 2025, ma l’ad di WeBuild frena: “Partenza concreta solo nel 2026”. Il ruolo del Cipess e il peso delle diffide al progetto

Una nuova crepa si apre nel calendario del Ponte sullo Stretto di Messina, e non riguarda questa volta l’ingegneria, ma la politica e la programmazione. Se da un lato il ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini e il presidente della Stretto di Messina SpaPietro Ciucci, continuano ad assicurare che la posa della prima pietra avverrà “da settembre in poi” e “comunque entro il 2025”, dall’altro il principale attore industriale coinvolto nel progetto lancia segnali ben più cauti.

A far chiarezza — o forse ad aumentare la confusione — è stato Massimo Ferrari, direttore generale di WeBuild, il colosso delle costruzioni incaricato di realizzare il ponte. Intervenuto alla CEO Conference organizzata da Mediobanca a Milano, Ferrari ha precisato che “i lavori veri e propri non inizieranno prima del 2026”, chiarendo che il prossimo anno sarà dedicato interamente alla progettazione esecutiva e ad altre attività preparatorie.

La dichiarazione, sebbene prudente, apre un solco tra le dichiarazioni pubbliche del governo e la realtà operativa del cantiere. Ferrari ha poi aggiunto un dettaglio significativo, che sposta l’attenzione su un altro snodo cruciale: “Aspettiamo decisioni che spettano al governo; ci aspettiamo che arrivino in tempi rapidi”. Un chiaro riferimento al Cipess — il Comitato interministeriale per la programmazione economica e lo sviluppo sostenibile — il cui via libera resta indispensabile per il passaggio formale dalla carta al cemento.

Tuttavia, è proprio sul Cipess che si concentra un’ombra crescente: il comitato è stato oggetto di numerose diffide e osservazioni giuridiche legate al progetto del ponte, molte delle quali sollevano dubbi di compatibilità con la Direttiva Habitat 92/43/CEE e con le tutele ambientali in vigore nell’area dello Stretto. Queste criticità potrebbero causare ulteriori rallentamenti o, nella peggiore delle ipotesi, imporre modifiche al progetto.

L’impressione è che, almeno per ora, i binari percorsi da politica e industria non si siano ancora incontrati. Mentre Salvini continua a rilanciare l’immagine di un cantiere imminenteWeBuild guarda con realismo al complesso iter procedurale che separa la fase di annuncio da quella esecutiva. In mezzo, una partita ancora aperta tra governo, comitati tecnici e giustizia amministrativa.

A rimetterci, ancora una volta, è la certezza delle date. Il “ponte dei record”, progettato per unire Sicilia e Calabria, continua a fare i conti con un paradosso: per ora, l’unica cosa che si unisce davvero sono i rinvii.

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