Il dibattito sul Ponte sullo Stretto di Messina, sul progetto a campata unica e sulla delibera CIPESS si riaccende dopo le dichiarazioni del prof. ing. Antonino Risitano. L’ingegnere, che da anni contesta la fattibilità strutturale dell’opera così concepita, torna a sottolineare che le prove in corso sui materiali potrebbero confermare i suoi timori: “Sono due anni e nove mesi che ripeto che il progetto va cambiato. Ora sembra che se ne stiano accorgendo”.
La delibera CIPESS potrebbe essere rifatta
Secondo Risitano, l’ipotesi che “si stia pensando di rifare la delibera del CIPESS” è un indizio importante. Una revisione della delibera, infatti, implicherebbe quasi inevitabilmente una revisione progettuale.
L’ingegnere ricorda di aver più volte previsto che “con il progetto a campata unica non si sarebbe andati da nessuna parte”, per ragioni legate alla resistenza degli acciai e ai cicli di fatica cui il ponte sarebbe sottoposto.
Il silenzio di COWI e IHI: un segnale?
Durante il meeting di Roma del 18 novembre 2025, il prof. Diana — responsabile scientifico di alcune verifiche strutturali — ha affermato che COWI sta conducendo le prove di fatica e fretting, ma senza offrire dettagli sull’andamento dei test. Un comportamento che Risitano definisce “significativo”.
Molto più eloquente, secondo l’ingegnere, è il silenzio dei tecnici giapponesi di IHI, coloro che devono firmare la validazione dei risultati. “Dei giapponesi ci si può fidare. E se tacciono, un motivo c’è”, afferma. “Vuoi vedere che stanno toccando con mano ciò che ripeto dal 26 marzo 2023?”.
Prove iniziate nel 2024: troppo presto, ma qualche segnale c’è
Le prove di fatica e fretting — cominciate a luglio 2024 — richiederanno molti anni: Risitano stimava fin dall’inizio almeno sei anni di test e un costo complessivo di circa un miliardo di euro per ottenere dati certi sulla fattibilità. Dunque è ancora presto per avere risultati definitivi, ma chi lavora nei laboratori “qualche indizio già ce l’ha”.
E secondo il professore, è possibile che nemmeno Stretto di Messina (SdM) sia al corrente dell’andamento reale delle prove: “La risposta estremamente prudente del prof. Diana e il silenzio assoluto di tutti i tecnici di SdM all’incontro di Roma lo fanno pensare. Nemmeno il dottor Ciucci ha detto una parola”.
“Con gli acciai attuali il ponte non arriva a 50 anni”
Risitano ribadisce la sua tesi più controversa: gli acciai finora proposti — con valori di resistenza a rottura di 1960 MPa — non sarebbero adeguati per garantire la vita nominale della struttura.
“Con questi materiali la struttura non supera il 25% della vita di progetto, ovvero non arriva neanche a 50 anni”, sostiene. Una prospettiva che renderebbe impraticabile l’attuale concezione a campata unica da 3,3 km.
Un nodo tecnico che può cambiare il futuro del progetto
Se il CIPESS dovesse davvero riscrivere la delibera, si aprirebbe inevitabilmente la discussione sul progetto stesso: mantenere la campata unica o ripensare completamente l’opera?
Per Risitano, la direzione è chiara: “Se le prove confermeranno ciò che temo, il progetto dovrà essere cambiato. E prima lo si ammette, meglio è”.

















