Roma, Ponte sullo stretto – In un’audizione presso le Commissioni riunite Ambiente e Trasporti della Camera dei Deputati, l’economista Guido Signorino, docente all’Università di Messina e presidente dell’associazione Invece del Ponte, ha sollevato rilievi sostanziali sull’articolo 1 del Decreto-Legge n. 73, attualmente in discussione in Parlamento. Secondo Signorino, la norma presenta «gravi criticità tecniche e giuridiche» che potrebbero rendere illegittima la prosecuzione del progetto del Ponte sullo Stretto di Messina nei termini attuali.
Al centro delle critiche c’è la metodologia adottata per calcolare l’eventuale incremento del valore contrattuale dell’opera. Il Decreto fa riferimento al costo indicato nella Nota di aggiornamento al Documento di economia e finanza (NADEF) del 2012 — pari a 8,5 miliardi di euro — come parametro per valutare l’aumento dei costi. Ma, spiega Signorino, si tratta di un valore del tutto estraneo alla disciplina contrattuale: «La NADEF è uno strumento di programmazione finanziaria, non menzionato nei documenti di gara. Utilizzarla come base per il calcolo dell’incremento contrattuale viola i principi di trasparenza e concorrenza sanciti dal diritto europeo e dal Codice dei Contratti».
Secondo la normativa vigente, ha proseguito Signorino, un contratto pubblico può essere modificato solo entro il limite del 50% rispetto al suo valore iniziale. «Il valore corretto da cui partire — ha precisato — è quello del contratto del 2006, pari a circa 3,9 miliardi di euro, aggiornato poi a 4,5 miliardi nel 2011. Anche con una rivalutazione massima, non si superano i 5,5 miliardi. Dunque, il tetto legale per l’incremento si attesta a circa 8,3 miliardi: al di sopra di questa soglia, è obbligatoria una nuova gara».
Ma non è tutto. L’economista ha messo in evidenza anche un altro aspetto critico: l’assenza, sia nella documentazione del 2011 sia in quella aggiornata nel 2024, degli elaborati estimativi obbligatori. Una mancanza che, secondo Signorino, impedirebbe al CIPESS — il Comitato interministeriale per la programmazione economica e lo sviluppo sostenibile — di approvare il progetto definitivo. «È un elemento essenziale che non può essere omesso. Senza stime dettagliate dei costi, manca una base tecnica per ogni decisione».
Al termine del suo intervento, il presidente di Invece del Ponte ha sintetizzato le principali irregolarità individuate in quattro punti chiave:
- Il riferimento alla NADEF è illegittimo e non può essere utilizzato per calcolare la variazione contrattuale.
- Il solo parametro valido è il valore del contratto iniziale del 2006.
- L’aumento attuale supera la soglia del 50%, rendendo impossibile l’applicazione della procedura prevista dal Decreto-Legge 35, che reintroduce il contratto originario.
- Il progetto definitivo è carente di documenti essenziali, in particolare dei computi estimativi, e non può quindi essere approvato dal CIPESS.
L’associazione ha infine invitato formalmente le Commissioni parlamentari a rivedere l’articolo 1 del Decreto-Legge, al fine di riportare il procedimento nell’alveo della legalità e della corretta applicazione delle norme europee sugli appalti pubblici.
Un monito chiaro, che pone l’accento non solo sulla legittimità formale delle procedure, ma sulla necessità di garantire trasparenza, concorrenza e responsabilità istituzionale in un’opera pubblica dal valore e dall’impatto senza precedenti.