Ponte sullo Stretto: il Circolo PD Villa chiede garanzie su acqua, espropri e impatti ambientali

Il Circolo “Tonino Giordano” sollecita una presa di posizione chiara delle istituzioni: «Serve responsabilità politica e trasparenza, non propaganda»
ponte sullo stretto di messina

Villa San Giovanni – In occasione della Commissione Territorio di oggi, 6 maggio 2025, il Circolo del Partito Democratico “Tonino Giordano” di Villa San Giovanni ha lanciato un appello pubblico alle istituzioni locali, chiedendo maggiore trasparenza e responsabilità politica in merito al progetto del Ponte sullo Stretto.

Al centro della preoccupazione ci sono tre nodi cruciali: la disponibilità idrica, gli espropri e l’impatto ambientale e sociale sul territorio comunale.

«Non ci è stato consentito di interloquire direttamente con i tecnici e i responsabili di Stretto di Messina S.p.A.», si legge nella nota del circolo, «ma chiediamo a chi sarà presente di esigere risposte concrete e dettagliate».

Il primo tema sollevato riguarda la situazione dell’acqua: «La città di Villa vive già oggi una crisi idrica preoccupante, con interruzioni programmate nell’approvvigionamento quotidiano. In questo contesto, ci chiediamo con quale criterio sia stato pianificato un cantiere di queste proporzioni, che richiederà volumi ingenti di risorse idriche. Dove verrà reperita l’acqua? Quali saranno le conseguenze per gli usi civici e le utenze domestiche?»

Altro punto dolente è quello degli espropri. Secondo il Circolo, numerose famiglie attendono da anni chiarimenti e indennizzi: «I vincoli sono stati imposti da tempo, ma senza alcuna forma di compensazione. Le proprietà interessate si sono svalutate e, nel frattempo, è mancata qualsiasi forma di tutela economica o sociale».

Non meno gravi, per il PD villese, le ricadute ambientali e paesaggistiche: «È inaccettabile che il Lungomare di Villa, già martoriato dal traffico pesante, venga ulteriormente compromesso con l’installazione di tre depuratori legati alla cantierizzazione. Cosa resterà delle nostre spiagge, di Porticello, di Cannitello, di Pezzo? Che fine farà la vocazione turistica di un territorio che dovrebbe guardare al mare come risorsa e non come servitù?»

La conclusione della nota è un invito a riflettere politicamente, prima che tecnicamente: «Non sarebbe più corretto tornare ad una fase realmente partecipata di valutazione e studio? Le criticità emerse nelle relazioni tecniche e nelle prescrizioni delle autorità indipendenti dovrebbero spingere tutti a un’assunzione di responsabilità. È il momento di far valere il principio di precauzione e di prendere posizione in modo chiaro. La città di Villa attende risposte, non promesse».

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