MESSINA – Faglie attive, rischio sismico elevato e necessità di studi approfonditi: sono queste le parole chiave con cui Carlo Doglioni, ex presidente dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv), mette in discussione la sicurezza del Ponte sullo Stretto di Messina. Il professore sarà ospite dell’incontro pubblico promosso dal comitato “Invece del ponte”, oggi, venerdì 16 maggio, alle ore 10.45, presso la chiesa di Santa Maria Alemanna, nel cuore della città.
Durante l’evento, a cui parteciperanno anche l’ingegnere ambientale Paolo Nuvolone e l’ex sindaco Renato Accorinti, Doglioni ribadirà le sue posizioni, già emerse in recenti interviste e trasmissioni televisive. “L’area dello Stretto è logicamente viva, non ci sono dubbi – ha affermato –. In un raggio di 40 chilometri da Villa San Giovanni, dal 1908 a oggi, abbiamo registrato oltre seimila terremoti”.
Al centro delle polemiche, le affermazioni secondo cui il tracciato dell’infrastruttura potrebbe insistere su zone che, in caso di terremoto, si trasformerebbero in epicentri. L’attuale amministratore delegato della società Stretto di Messina, Pietro Ciucci, ha replicato parlando di una faglia non sismogenetica, cioè incapace di generare scosse significative. Ma Doglioni non si è detto d’accordo: secondo lui servono ulteriori verifiche e soprattutto l’adozione di coefficienti di accelerazione sismica più alti nella valutazione del progetto.
L’incontro si svolge in un momento di incertezza anche politica: il nuovo decreto Infrastrutture ha subito un rinvio, segnale di quanto la questione del Ponte continui a dividere opinione pubblica, tecnici e istituzioni.