Un’autentica bomba politica si è innescata con il diniego della Corte dei Conti al visto di legittimità sulla delibera del Cipess per la realizzazione del Ponte sullo Stretto di Messina. La decisione, che blocca l’iter amministrativo dell’opera, ha acceso contrasti anche all’interno della maggioranza e rilanciato le accuse di “abuso di potere” contro i giudici contabili, secondo quanto riportato da ANSA.
La sezione centrale di controllo su atti del Governo ha notificato che le motivazioni del rifiuto saranno diffuse entro 30 giorni. Nel frattempo, si registra un allarme anche da parte dell’Autorità nazionale anticorruzione, secondo cui già l’aggiornamento del valore dell’opera a 13,5 miliardi può essere considerato difforme ai vincoli Ue.
All’interno della maggioranza non mancano le voci critiche: il presidente dell’Anac, Giuseppe Busia, sostiene che “serviva un’altra gara”, mentre l’amministratore delegato di Stretto di Messina, Pietro Ciucci, replica che il superamento del 50% previsto dalla direttiva Ue riguarderebbe solo le varianti e non l’indicizzazione del prezzo.
Dietro le quinte, i tecnici del Ministero delle Infrastrutture avrebbero convinto Matteo Salvini a prendere tempo, in attesa delle motivazioni: una linea condivisa anche da Giorgia Meloni e Antonio Tajani durante il vertice di Palazzo Chigi. Si sta lavorando a un dossier giuridico coordinato da Palazzo Chigi per rispondere nelle sedi competenti — ma le fibrillazioni restano evidenti.
Tra i rilievi contestati dalla Corte figurano: l’assenza di alcuni documenti chiave, la crescita dei costi rispetto alle stime iniziali, la trasparenza del piano finanziario e della stima del traffico. Nel dibattito parlamentare le opposizioni attaccano con forza: Giuseppe Conte contesta lo “spreco dei fondi”, mentre Angelo Bonelli annuncia che “il ricorso alla Corte di Giustizia è già pronto”.
Il prossimo Consiglio dei Ministri potrebbe essere decisivo: è attesa un’informativa di Salvini, che punta a “blindare” i tre miliardi stanziati per il 2025, probabilmente rimodulando il bilancio. Ma se la battaglia si sposterà nei tribunali e nelle aule amministrative, il destino dell’opera resta avvolto nell’incertezza.
Fonte: ANSA















