Omicidio Scopelliti: nuove analisi biologiche sul caso, indagati i vertici di ‘Ndrangheta e Cosa Nostra

Dal 30 maggio verranno effettuati accertamenti tecnici non ripetibili su reperti biologici trovati sulla BMW del giudice ucciso. Venti gli indagati, tra i nomi eccellenti della criminalità organizzata
Giudici Antonino Scopelliti

Nuovi sviluppi nell’inchiesta sull’omicidio del giudice Antonino Scopelliti, assassinato il 9 agosto 1991 a Piale, frazione di Villa San Giovanni. La Direzione distrettuale antimafia (DDA) di Reggio Calabria ha disposto accertamenti biologici non ripetibili, che inizieranno il 30 maggio nei laboratori del Gabinetto regionale di polizia scientifica.

Il provvedimento, firmato dal procuratore Giuseppe Lombardo e dal sostituto Sara Parezzan, è stato notificato dalla Squadra Mobile ai venti indagati ancora in vita, tra cui figurano esponenti di vertice della ‘Ndrangheta reggina e della Cosa Nostra catanese. Inizialmente gli indagati erano 24, ma nel corso degli anni tre sono deceduti: Matteo Messina DenaroGiovanni Tegano e Francesco Romeo, quest’ultimo cognato del boss catanese Benedetto Santapaola. Proprio Santapaola figura tra gli indagati, ma non potrà essere processato in quanto già assolto in via definitiva per lo stesso fatto.

Gli accertamenti biologici si concentreranno su tracce rinvenute sulla BMW condotta dal giudice Scopelliti al momento dell’agguato. Il veicolo, rimasto custodito per oltre trent’anni dalla famiglia del magistrato, è ora sottoposto a sequestro giudiziario. Gli investigatori intendono confrontare i reperti biologici con altri elementi già raccolti, tra cui le prove legate al fucile rinvenuto nel 2019 a Belpasso (Catania), indicato da Maurizio Avola, collaboratore di giustizia.

Il nuovo impulso investigativo arriva dopo la ricostruzione dell’attentato avvenuta l’8 e 9 aprile scorsi, quando la polizia ha riportato la BMW del giudice sul luogo dell’omicidio per un esperimento giudiziale. L’obiettivo è ricostruire con precisione la dinamica dell’agguato mafioso che, secondo gli inquirenti, fu orchestrato come messaggio diretto allo Stato durante la fase cruciale della trattativa tra mafia e politica negli anni Novanta.

Essendo le analisi non ripetibili, tutti gli indagati avranno diritto a nominare consulenti tecnici di parte, che potranno assistere agli esami previsti a partire dal 30 maggio.

Con questo nuovo tassello, la DDA di Reggio Calabria punta a rafforzare il quadro probatorio su uno degli omicidi simbolo della guerra mafiosa contro la giustizia, avvenuto mentre il giudice Scopelliti si preparava a rappresentare l’accusa in Cassazione nel maxi-processo di Palermo contro Cosa Nostra.

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