Interventi privilegiati e liste d’attesa truccate in ospedale, ai domiciliari oculista della Dulbecco e la segretaria – Catanzaro

False urgenze e favoritismi per interventi a pagamento nella sanità pubblica. Coinvolti cinque medici: sequestrati beni per quasi un milione di euro
guardia di finanza

La Guardia di Finanza di Catanzaro ha eseguito un’ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari nei confronti di due persone coinvolte in un presunto sistema illecito legato alla gestione delle liste d’attesa nel reparto di Oculistica dell’Azienda ospedaliero-universitaria Mater Domini del capoluogo calabrese. Il provvedimento, emesso dal giudice per le indagini preliminari su richiesta della Procura, è stato notificato a un medico dirigente e alla segretaria del suo studio privato.

Le accuse sono gravi: associazione per delinquere, truffa aggravata, concussione, peculato, interruzione di pubblico servizio e, per uno dei due indagati, anche falsità ideologica e autoriciclaggio.

In parallelo, le Fiamme Gialle hanno dato esecuzione a un decreto di sequestro preventivo nei confronti di cinque sanitari coinvolti nell’inchiesta, finalizzato alla confisca di beni e denaro per un valore complessivo di 984.762 euro, somma ritenuta pari al profitto illecito derivante dalle attività contestate.

Le indagini, coordinate dal Nucleo di polizia economico-finanziaria, hanno permesso di ricostruire un articolato sistema di frode: alcuni medici, pur in servizio presso la struttura pubblica e in regime di esclusività, avrebbero favorito pazienti che, dietro pagamento, si rivolgevano preventivamente al loro studio privato. Dopo la visita “informale”, i pazienti venivano indirizzati verso l’ospedale dove ricevevano trattamenti chirurgici urgenti, di fatto scavalcando le liste d’attesa ufficiali.

Questa pratica – secondo gli investigatori – ha dato vita a una vera e propria “corsia preferenziale” per chi poteva permettersi un accesso privato, determinando non solo un danno economico all’amministrazione sanitaria, ma anche un pregiudizio per i pazienti in attesa che avevano rispettato le procedure regolari.

Le modalità con cui avvenivano gli interventi rendevano difficile per molti pazienti rifiutare il pagamento privato: in diversi casi, la condizione clinica era tale da rendere urgente l’operazione, mettendo i cittadini in una posizione psicologicamente vulnerabile e influenzando pesantemente la loro libertà di scelta.

Gli accertamenti hanno inoltre evidenziato che almeno cinque dei medici coinvolti avevano sottoscritto un contratto di esclusività con l’ospedale, percependo compensi aggiuntivi in cambio del divieto di esercitare attività libero-professionale all’esterno. Tuttavia, sarebbero stati operativi in studi privati e cliniche convenzionate, in violazione delle condizioni contrattuali.

L’inchiesta continua ad approfondire il ruolo di ciascun soggetto coinvolto e il danno arrecato alla collettività. Le autorità giudiziarie non escludono ulteriori sviluppi.

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