PELLARO (Reggio Calabria) – Sara Genovese, 25 anni, è ora agli arresti domiciliari con braccialetto elettronico, accusata di duplice infanticidio, occultamento dei corpi e di aver soppresso il cadavere di un terzo neonato, nato tre anni fa. Una vicenda che mette in discussione il limite tra segreto, disperazione e delitto.
I fatti ricostruiti
- Nell’estate del 2024, due neonati vengono partoriti da Sara in casa, secondo gli accertamenti investigativi.
- I corpi dei bambini, avvolti in biancheria, sono poi nascosti in un armadio della sua abitazione a Pellaro.
- Nessuno — né la famiglia (i genitori), né amici — era al corrente della gravidanza. La giovane in più occasioni avrebbe dichiarato di essere vergine.
- In ospedale, dopo una emorragia, rifiuta la visita ginecologica e continua a negare qualsiasi parto recente.
- Analisi degli investigatori suggeriscono che i bambini fossero nati vivi, ma morirono per soffocamento.
- Le indagini mostrano che già nel 2022 ci sarebbe stato un episodio simile: un neonato partorito da Sara che non è mai stato ritrovato. Messaggi scambiati con il fidanzato lascerebbero intendere forti disaccordi in merito alla decisione di tenerlo o meno.
Le accuse e le posizioni
- Sara è accusata formalmente di duplice infanticidio, ocultamento di cadavere e di soppressione di cadavere in riferimento al presunto terzo caso.
- Il fidanzato, Annunziato Nucera (31 anni), risponde invece (almeno per ora) dell’ipotesi di favoreggiamento personale, ossia di non aver denunciato, aver fatto dichiarazioni false, o quanto meno di essere a conoscenza della gravidanza. Non è accusato — secondo gli atti giudiziari finora resi noti — di infanticidio.
- Dal punto di vista psichiatrico, è emerso che Sara è “perfettamente lucida”, capace di intendere e di volere. Non sono state riscontrate gravi forme patologiche (deliri, schizofrenia) nei rilievi disposti dalla Procura.
I misteri e le riflessioni
- Perché il silenzio? La giovane avrebbe nascosto la gravidanza anche alle persone più vicine. Non solo ai genitori, ma anche agli amici. Anche il fidanzato sostiene di non aver compreso pienamente lo stato della ragazza, nonostante le prove contrarie.
- Dichiarazioni contraddittorie: La richiesta di essere visitata in ospedale, ma negando di essere incinta; la dichiarazione di verginità; il ricovero per emorragia. Questi elementi sollevano molte domande su come siano stati interpretati i sintomi dai medici, e se ci siano stati errori, omissioni o responsabilità istituzionali.
- Il terzo neonato scomparso: non è ancora chiaro dove sia finito: se davvero ci sia stato un corpo da occultare, dove è, se ci sono prove tangibili oltre alle chat. Le ricerche proseguono anche tramite unità cinofile.
Stato dell’indagine e questioni legali
- Il Gip ha disposto gli arresti domiciliari per Sara, accogliendo la richiesta della Procura.
- Il fidanzato, indagato per favoreggiamento, non è stato sottoposto alla stessa misura restrittiva, in quanto il giudice non ha ritenuto sufficienti le evidenze per la sua implicazione diretta.
- Verranno rese note perizie più dettagliate, sia del campo medico che psicologico, per capire motivazioni e consapevolezza.
Conclusione
Questa è una vicenda che scuote non solo per la brutalità del gesto, ma per il mistero che lo avvolge: come possa accadere che una gravidanza venga nascosta fino al parto, che né i familiari né i medici sospettino nulla, e che le conseguenze diventino tragedia.
Resta il bivio tra responsabilità penale e condizioni interiori di forte disagio, tra ciò che appare e ciò che invece è stato nascosto. Questo caso imporrà risposte chiare, sia dal punto di vista giudiziario che umano, per capire fino in fondo cosa ha portato a un silenzio tanto spaventoso.
