Il Ponte sullo Stretto: promesse, critiche tecniche e indagini dell’ANAC

Da Berlusconi a Salvini: tutte le date mancate, i dubbi dell’ingegnere Risitano e le indagini dell’Autorità Anticorruzione
ponte sullo stretto di messina

Il Ponte sullo Stretto di Messina è il simbolo delle grandi opere mai realizzate in Italia. Da decenni i governi si susseguono con promesse e annunci, ma l’infrastruttura rimane solo un progetto. L’ultima scadenza fissata è il 2032, come dichiarato dal ministro Matteo Salvini, ma il percorso è già disseminato di ostacoli. Alle critiche tecniche dell’ingegnere messinese Antonino Risitano, che ritiene il progetto a campata unica irrealizzabile, si aggiungono le perplessità dell’ANAC, che ha sollevato dubbi sulla trasparenza e sui costi dell’opera.

Promesse mancate: tutte le date annunciate dai governi

L’idea di costruire un ponte che colleghi la Sicilia alla Calabria è antica, ma è negli ultimi decenni che il progetto ha assunto contorni più concreti. Di seguito, le principali date promesse dai governi italiani:

  • 2001 – Il governo Berlusconi indica il Ponte sullo Stretto come opera strategica e annuncia la volontà di costruirlo entro pochi anni.
  • 2009 – Ancora Berlusconi annuncia l’inizio dei lavori entro il 2010 e il completamento entro il 2016 . Tuttavia, il progetto viene accantonato.
  • 2011 – Il governo approva il progetto definitivo con l’obiettivo di completarlo entro il 2018 , ma nel 2013 l’esecutivo guidato da Mario Monti blocca tutto per ragioni economiche.
  • 2023 – Il governo Meloni, su impulso del ministro Salvini, riattiva il progetto con la promessa di avviare i lavori nel 2024 e concluderli entro il 2032 .

Ogni scadenza annunciata si è rivelata irrealistica, e molti si chiedono se anche l’ultima previsione non farà la stessa fine.

L’ingegnere messinese Antonino Risitano: “Il ponte a campata unica non è realizzabile”

Il progetto attuale prevede un ponte sospeso a campata unica, con una luce di 3.300 metri , il più lungo del mondo nella sua categoria. Tuttavia, Antonino Risitano , ingegnere messinese esperto di strutture, ha espresso forti perplessità sulla fattibilità dell’opera. Secondo Risitano, un ponte con tali dimensioni presenta gravi criticità strutturali e di sicurezza , specialmente considerando la combinazione di traffico stradale e ferroviario e la presenza di forti venti nello Stretto.

In particolare, Risitano ha sottolineato l’assenza di una macchina in grado di testare i cavi di sostegno del ponte, un elemento fondamentale per garantirne la sicurezza e la durata nel tempo. Senza questa tecnologia, la costruzione dell’opera si presenta come un’impresa estremamente rischiosa, se non addirittura impossibile.

Alcuni esperti cinesi, tra i massimi conoscitori di ponti sospesi, hanno confermato che il limite attuale per una luce libera sicura in un ponte ferroviario è di 1.500-1.600 metri , meno della metà di quanto previsto per il Ponte di Messina. Questo rende il progetto italiano un esperimento senza precedenti, con elevati rischi di stabilità e sicurezza.

Dalle relazioni di calcolo del progetto definitivo del 2011 emergono inoltre diverse criticità nelle verifiche di sicurezza , specialmente per le combinazioni di carico stradale e ferroviario in presenza di vento. Questi elementi sollevano interrogativi sulla reale fattibilità tecnica del ponte così come progettato.

L’ANAC e i dubbi sulla gestione dell’appalto

Oltre ai problemi tecnici, il progetto del ponte è finito sotto la lente dell’ Autorità Nazionale Anticorruzione (ANAC) . Nel 2023 , il governo ha approvato il Decreto Legge n. 35 per riattivare la società Stretto di Messina S.p.A. , sostenendo che il progetto fosse già “cantierabile”. Tuttavia, il presidente dell’ANAC, Giuseppe Busia , ha espresso forti dubbi sulla gestione dell’appalto.

Secondo Busia, il governo avrebbe dovuto indire una nuova gara , dato che l’ultima risale al 2005 . Inoltre, ha evidenziato il rischio di vantaggi eccessivi per il contraente privato , senza una chiara definizione degli obblighi contrattuali e senza aver chiuso il contenzioso esistente.

Un altro nodo riguarda il rispetto della direttiva europea sugli appalti: secondo l’ANAC, non si può superare il 50% dei costi del progetto del 2011 senza una nuova gara. Il governo, invece, ha evitato di rimettere l’opera a bando.

Nel 2024 , con il Decreto Legge n. 89 , il governo ha introdotto un ulteriore cambiamento, prevedendo la possibilità di realizzare il ponte per fasi costruttive . Anche questa decisione è stata criticata dall’ANAC, che ha sottolineato il rischio di costi e tempi indefiniti , scaricando gli oneri economici sullo Stato.

Un futuro incerto tra annunci e ostacoli

Nonostante le dichiarazioni ottimistiche del governo e delle aziende coinvolte, il Ponte sullo Stretto resta un’opera controversa. I problemi sollevati dagli esperti ingegneri, uniti ai dubbi dell’ANAC sulla trasparenza dell’appalto, rendono il suo futuro tutt’altro che certo.

Dopo decenni di promesse non mantenute , l’Italia si chiede: sarà questa la volta buona o il Ponte di Messina rimarrà solo un’eterna illusione?

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