Espropri per il Ponte sullo Stretto, a Torrefaro la rabbia dei cittadini: “Non ci arrenderemo”

Nell'incontro promosso dal comitato NoPonte Capo Peloro a “Casa Cariddi” legali ed esperti rispondono agli espropriandi: “Difenderemo i diritti, ma l’obiettivo resta fermare il progetto”
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Torre Faro, Messina – Si è svolto nel pomeriggio di venerdì 27 giugno a “Casa Cariddi” l’incontro pubblico dal titolo “Diritti in gioco: espropri, cosa fare?”, promosso dal comitato NoPonte Capo Peloro per informare i cittadini di Torre Faro, Mortelle e Ganzirri sugli effetti concreti degli espropri previsti dal progetto del Ponte sullo Stretto di Messina.

All’assemblea, affollata e partecipata, sono intervenuti gli avvocati Antonio Saitta e Carmelo Briguglio, insieme alla dott.ssa Claudia Bellomo. Il dibattito è stato moderato da Mariella Valbruzzi, portavoce del comitato. Al centro dell’incontro, le preoccupazioni di residenti e proprietari immobiliari che rischiano di perdere case, terreni e attività produttive a causa delle procedure espropriative legate ai cantieri.

Durante la serata, numerose le domande poste dai presenti: Cosa fare se arriva la lettera di esproprio? Quali tutele offre la legge? Quali strumenti legali si possono attivare per difendere la propria casa o il proprio terreno?

Toccante e simbolico l’intervento di una cittadina, madre di persone con disabilità: “Ho dei disabili in casa. Come e dove me ne vado?” Parole che hanno commosso e scosso l’auditorio, rivelando la dimensione umana e drammatica dietro i numeri e le carte dei procedimenti amministrativi. Altri espropriandi hanno denunciato il senso di abbandono e la paura per lo svuotamento del tessuto sociale dei quartieri storici dello Stretto.

Gli avvocati hanno illustrato i principali strumenti giuridici a disposizione dei cittadini, tra cui ricorsi al TAR, alla Corte Costituzionale e alla Corte di Giustizia dell’Unione Europea, sottolineando che “la normativa sugli espropri prevede dei margini di contestazione, ma la vera battaglia è quella politica e sociale per impedire che l’opera venga realizzata”.

Il comitato NoPonte ha ribadito che l’obiettivo primario è bloccare il progetto prima che le lettere di esproprio vengano inviate, puntando anche sulle numerose criticità ambientali, economiche e giuridiche del maxi intervento infrastrutturale.

L’assemblea si è chiusa con un invito a “non demordere” e a partecipare attivamente alle iniziative del comitato. È stato infatti annunciato che ogni venerdì a Casa Cariddi si terranno incontri tematici di approfondimento sul progetto del ponte e i suoi impatti su territorio, salute, comunità ed ecosistemi.

Il prossimo incontro è previsto per venerdì 4 luglio, con un focus sul consumo idrico dei cantieri: secondo stime, il progetto richiederebbe fino a 5 milioni di litri d’acqua al giorno, sollevando ulteriori interrogativi sull’impatto ambientale in un territorio già fragile e a rischio siccità.

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