Catona celebra la “Festa della vela latina 2025”

Nel fine settimana approda a Catona la “Festa della Vela Latina dello Stretto 2025”, tra regate tradizionali, barche storiche e l’omaggio al medico-scrittore Lillo Capua, testimone appassionato della marineria catonese
festa vela latina a catona stretto di messina

Le vele latine torneranno a solcare lo Stretto di Messina in occasione della “Festa della Vela Latina dello Stretto 2025”, che si svolgerà questo fine settimana lungo il litorale di Catona, in provincia di Reggio Calabria. L’evento, ormai atteso da appassionati e curiosi, riunirà equipaggi provenienti da tutta Italia, pronti a sfidarsi in mare con le loro coloratissime barche, cariche di storia e tradizione.

Ma oltre alla competizione sportiva, la manifestazione punta a riscoprire e valorizzare il patrimonio culturale delle marinerie del Sud, rendendo omaggio a chi, con amore e dedizione, ha vissuto il mare come passione e come scuola di vita. È il caso del dottor Lillo Capua, indimenticato medico catonese che nel suo tempo libero amava tornare nella sua terra natale per “veleggiare”, come raccontava con struggente nostalgia.

Il sogno di Lillo: dal desiderio alla realtà

Nei suoi scritti, Capua racconta con intensità quasi epica la nascita della sua vocazione marinaresca. Da bambino trascorreva ore ad ammirare le barche in navigazione nello Stretto, rapito da quelle vele latine che tagliavano l’acqua con eleganza. Il suo sogno era uno: salire a bordo di una di esse, imparare a governarla e sentire il vento nelle orecchie, la prua che affronta la corrente, il cuore che batte con il ritmo del mare.

Il maestro silenzioso: Don Micu Igneri e la barca ‘U Saittuni’

Protagonista del racconto di formazione è don Micu Igneri, un vecchio pescatore solitario, scorbutico e schivo, noto a Catona per possedere la barca più bella della spiaggia: ‘U Saittuni, un gozzo a vela latina costruito a Pace, con prua filante e un’eleganza rara. Don Micu, uomo di poche parole e di gesti essenziali, inizialmente ignorava il giovane Lillo, che cercava in ogni modo un contatto, un segnale, un’occasione per salire su quella barca da sogno.

L’occasione arrivò per caso, in un momento di difficoltà, quando la cesta del pescato di Igneri cadde sulla sabbia. Lillo corse ad aiutarlo. Non una parola, nessun grazie. Ma da quel giorno qualcosa cambiò. Iniziò un lento avvicinamento, fatto di piccoli gesti, silenzi condivisi, fiducia costruita con pazienza. Fino a quando, un giorno, don Micu pronunciò la parola tanto attesa: “Nchiana!”. Sali.

La scuola del mare nello Stretto

Cominciò così l’apprendistato di Lillo Capua: le prime uscite in mare, le lezioni pratiche, i nomi delle manovre, l’equilibrio tra vento e corrente, il timone affidato con apparente distrazione ma con piena consapevolezza. Fu lo stesso Igneri a insegnargli a “orzare” e “poggiare”, a stringere la bolina, a manovrare in sicurezza anche nei tratti più insidiosi dello Stretto. Il momento di massima gioia arrivava quando, al ritorno da Messina, l’anziano pescatore si metteva a dormire a prua, lasciando al dodicenne Lillo il timone: un gesto che diceva tutto, senza bisogno di parole.

Il tramonto della barca, l’eco della memoria

Molti anni dopo, Capua ritrovò ‘U Saittuni in stato di abbandono, il fasciame allentato, la vernice sbiadita, ormai lontana dalla gloria delle regate. Don Micu non c’era più. Era scomparso così come aveva vissuto: in silenzio. Ma il ricordo di quella barca, di quelle lezioni sul mare, del primo maestro, restava vivido. “Mi aveva insegnato a usare il vento – scrive Capua – a veleggiare nello Stretto più difficile del Mediterraneo, nel mare più bello del mondo.”

Un omaggio vivo alla cultura del mare

Il racconto, tratto dal volume “La Catona dei Ricordi” edito da Falzea, sarà uno dei fulcri culturali della Festa della Vela Latina. Una lettura che restituisce al pubblico non solo il profumo salmastro del mare, ma anche il valore educativo e umano di una tradizione antica. Una storia che emoziona, perché parla di passione, di tenacia, di silenzi che insegnano più di mille parole.

Durante la manifestazione, accanto alle regate, si terranno incontri, mostre fotografiche, laboratori didattici e racconti orali, per far rivivere ai più giovani il legame profondo tra Catona e il suo mare. Un legame che, grazie a voci come quella di Lillo Capua, continua a solcare il tempo, proprio come una vela gonfia nel vento dello Stretto.

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