L’ordigno bellico, una bomba d’aereo americana da 500 libbre, era stato individuato nelle acque di Bolano, Villa San Giovanni, all’interno di una Zona di Protezione Speciale (ZPS) del sito Natura 2000. Il brillamento, inizialmente previsto per il 6 marzo, avrebbe potuto causare danni irreversibili all’ecosistema marino, mettendo a rischio specie e habitat tutelati a livello europeo.
Le associazioni ambientaliste, tra cui il WWF, hanno lanciato l’allarme, evidenziando il pericolo per insediamenti corallini, letti di posidonia oceanica e fondali protetti. Inoltre, l’area interessata ospita specie vulnerabili, tra cui il tursiops truncatus, un delfino protetto da convenzioni internazionali, presente nella zona della Costa Viola con popolazioni sia stanziali che migratorie.
L’intervento del WWF e la sospensione del brillamento
La mobilitazione è stata rapida. L’avvocata Aurora Notarianni, in rappresentanza delle associazioni ambientaliste, ha inviato un’istanza via PEC alle prefetture di Reggio Calabria e Messina, alla Capitaneria di Porto e al Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica (MASE), chiedendo l’annullamento del brillamento.
L’appello ha avuto successo: la Prefettura ha sospeso l’operazione, avviando uno studio per individuare soluzioni alternative che garantiscano sicurezza ambientale e pubblica.
Il quadro normativo e la tutela degli habitat
Nel documento inviato alle istituzioni, gli ambientalisti hanno sottolineato che il brillamento in un’area pluriprotettaviola le normative comunitarie e nazionali. In particolare, la direttiva 92/43/CEE, che regola la conservazione degli habitat naturali, obbliga gli Stati membri a stabilire misure di tutela per le ZPS. Inoltre, su Natura 2000 è aperta una procedura di pre-infrazione comunitaria per la non corretta applicazione delle normative ambientali.
L’annullamento dell’operazione ha suscitato sollievo e soddisfazione tra gli ambientalisti, che hanno elogiato la prontezza delle istituzioni nel riconoscere il problema e adottare misure correttive.
“Grazie a tutti coloro che si sono mobilitati con tempestività e affetto per questi luoghi” ha commentato Piero Idone, attivista del WWF. Ora si attende una nuova pianificazione per la neutralizzazione dell’ordigno, nel pieno rispetto dell’equilibrio ecologico dello Stretto di Messina.