CATANZARO — I riflettori della magistratura si accendono sul cuore amministrativo della Regione Calabria. Un intervento deciso, partito dal dipartimento Salute e proseguito negli uffici dell’Economia, ha portato a una serie di perquisizioni che si sono estese fino alla presidenza della giunta regionale, all’interno della Cittadella.
Al centro degli accertamenti: autorizzazioni, accreditamenti, incarichi di consulenza. È la sanità, comparto chiave e al tempo stesso punto critico del bilancio regionale, a catalizzare l’interesse degli inquirenti. Gli investigatori stanno cercando di ricostruire con precisione la filiera decisionale e l’utilizzo delle risorse. Nessun nome, al momento, figura ufficialmente nel registro degli indagati, ma l’attenzione è altissima.
Perquisito l’ufficio e l’abitazione di Tommaso Calabrò, dirigente del dipartimento Tutela della Salute. Un segnale evidente della volontà di fare piena luce sui meccanismi interni alla macchina regionale, in un momento in cui la sanità calabrese è oggetto di importanti riforme e profonde criticità.
Parallelamente, un secondo fronte investigativo — di cui si parla con insistenza da settimane — ruota attorno a un’altra inchiesta condotta dalla Guardia di Finanza di Catanzaro. In questo caso, al centro dell’attenzione l’azienda ospedaliero-universitaria Dulbecco. Il primario di oculistica è finito agli arresti domiciliari, ma l’indagine si estende ai rapporti tra sanità pubblica e privata, con dodici indagati tra cui due medici consulenti della Regione.
Le due indagini — anche se formalmente distinte — condividono più di un punto di contatto. Entrambe fanno capo alla procura di Catanzaro e sembrano gravitare attorno alla gestione delle risorse sanitarie e all’affidamento di incarichi. Alcuni osservatori parlano già di un possibile collegamento tra i filoni investigativi, che potrebbero convergere nei prossimi mesi.
Sulla vicenda è intervenuto direttamente il presidente della Regione, Roberto Occhiuto, destinatario nelle scorse settimane di un’informativa nell’ambito di un’altra indagine. “L’avevo detto: controllate tutto. E lo stanno facendo. È giusto così. Ben vengano verifiche e approfondimenti”, ha commentato Occhiuto, che ha ribadito la totale collaborazione della giunta. “I nostri dipartimenti hanno sempre operato con trasparenza e nel rispetto delle regole. Il rigore nell’amministrazione pubblica, soprattutto in sanità, è un punto fermo del nostro governo regionale”.
Mentre la procura va avanti, l’attenzione pubblica resta alta. Le inchieste in corso rischiano di aprire nuovi scenari su un settore cruciale per la Calabria e su come vengono gestite le sue risorse.