Non si placano le polemiche a Villa San Giovanni attorno ai sistemi di controllo del traffico. Dopo settimane di proteste, centinaia di verbali recapitati e decine di segnalazioni da parte dei cittadini, il CODACONS ha deciso di presentare un esposto alla Procura della Repubblica per fare chiarezza sulla gestione degli autovelox comunali.
Già dallo scorso 1° settembre, l’associazione dei consumatori aveva avviato una serie di verifiche formali, inviando un reclamo al Garante per la protezione dei dati personali e una richiesta di verifica di omologazione dei dispositivi al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti.
Secondo quanto riportato dal CODACONS, il Garante avrebbe avviato interlocuzioni dirette con il Comune, che nel frattempo ha proceduto alla nomina del proprio Data Protection Officer (DPO), figura che l’associazione continua a monitorare per assicurarsi che siano rispettate le norme sulla privacy e sulla gestione dei dati.
La nuova ondata di verbali, tuttavia, ha acceso ulteriormente la tensione. L’associazione ha deciso di “uscire allo scoperto” presentando un esposto alla Procura, chiedendo massima trasparenza sui criteri di utilizzo, sulla correttezza delle apparecchiature e sulla legittimità delle sanzioni comminate. L’obiettivo, sottolinea il CODACONS, è quello di “tutelare i diritti degli automobilisti e garantire il rispetto delle normative vigenti”.
Parallelamente, in città è operativo “Cerbero”, il nuovo sistema di videosorveglianza intelligente installato dal Comune per monitorare gli accessi veicolari.
Il progetto, composto da sette varchi elettronici dislocati nei principali punti d’ingresso, consente la lettura automatica delle targhe e la verifica in tempo reale di assicurazione e revisione. In caso di irregolarità, la segnalazione viene inoltrata agli agenti della Polizia Locale per le verifiche del caso.
A differenza degli autovelox, “Cerbero” non emette multe in modo automatico: ogni sanzione viene valutata manualmente da un operatore. Inoltre, il sistema rispetta le normative sulla privacy, oscurando i volti delle persone riprese.
Il nome “Cerbero” richiama il leggendario cane a tre teste guardiano dell’Oltretomba e, simbolicamente, rappresenta la sorveglianza continua sul territorio.
Secondo l’amministrazione comunale, l’obiettivo non è solo sanzionare, ma prevenire comportamenti scorretti e rafforzare la sicurezza urbana.
Il clima in città, però, resta teso. Mentre il Comune difende la legittimità dei controlli come strumenti di sicurezza e legalità, il CODACONS e numerosi cittadini continuano a chiedere trasparenza, chiarezza e verifiche indipendenti.















